Al virologo-star Roberto Burioni l’Ape d’Oro segratese: «Genitori, siate responsabili»

Roberto Burioni di fronte al Laghetto di Milano 2: il virologo risiede a Segrate dal 2006

Tra le cinque Api d’Oro 2018 consegnate domenica 9 settembre c’era un personaggio molto noto, ben oltre i confini segratesi. I suoi post sono letti da milioni di persone, i libri raggiungono sempre i primi posti nella classifica, è probabilmente lo scienziato italiano più social: è Roberto Burioni, il medico-icona dei vaccini, colui che ha deciso di dedicare parte della sua vita di professore e ricercatore a spiegare l’importanza dei vaccini contro bufale e posizioni anti-scientifiche. Amato, amatissimo dal popolo della rete (ha oltre 400mila followers su Facebook), è anche vittima però di molti e pesanti attacchi da parte dei cosiddetti No-Vax. Attacchi a cui Burioni risponde con l’arma a lui più congeniale: l’ironia. Il suo successo è dovuto infatti, non solo alla indubbia preparazione e competenza scientifica, ma anche alla sua capacità dialettica, alla sagacia con cui spiega in poche semplici parole temi complessi, o con cui sa mettere a tacere gli “haters” che lo attaccano online.

«PROPRIO COME UN’APE, DOBBIAMO PUNGERE L’OSCURANTISMO SCIENTIFICO»

Non a caso, durante la sua premiazione come Ape d’Oro 2018, il professore ha detto di riconoscersi in questo insetto. «Mi piace molto l’ape, è un insetto operoso, che lavora sodo, ma che se attaccato sa usare il pungiglione – ha spiegato – Anch’io so pungere, perché bisogna saper reagire all’oscurantismo scientifico, non possiamo permetterci di lasciare il web in mano a chi diffonde false informazioni. L’ape inoltre ha una funzione importantissima – ha aggiunto – impollinare. Ecco, io spero che questo mio impegno divulgativo serva a portare polline e far fiorire comportamenti e opinioni corrette. Siamo in un alveare in cui ognuno può contribuire come può al benessere della comunità».

«SONO MOLTO FIERO DI QUESTO PREMIO, AMO QUESTA CITTA’ E MI SENTO SEGRATESE»

Durante il suo discorso ha poi ricordato di come è arrivato a vivere a Segrate, nel quartiere Milano 2, che ha scelto come residenza dopo aver viaggiato tra Italia, America ed Europa, accettando l’incarico di professore di microbiologia e virologia all’Ospedale San Raffaele. «Abito a Segrate dal 2006 e sono molto affezionato a questa città. È il primo posto, dopo tanto vagare, in cui ho deciso di fermarmi, costruire il mio nido famigliare, dove ho deciso di sposarmi, dove è nata mia figlia Caterina… e dove l’ho vaccinata!».

Questa benemerenza la fa sentire ancora più segratese?

«No, perché mi sento già segratese! Amo il luogo in cui vivo e sono molto orgoglioso del riconoscimento che la città mi ha voluto assegnare».

Potrebbe essere questo premio un primo passo per una più stretta collaborazione con il Comune?

«Sono già in contatto con il sindaco con cui ho un dialogo continuo. Mi è già stato chiesto di partecipare ad attività di divulgazione: purtroppo per ora non è stato possibile per i miei impegni, ma confido possa essere organizzato qualcosa in futuro, da parte mia c’è la massima disponibilità».

Cosa ama e cosa invece cambierebbe della sua città?

«Trovo sia un posto bellissimo e ben organizzato. Quello che però migliorerei sono i collegamenti con Milano. Mi piacerebbe ci fosse disponibilità di auto in car-sharing e poi che venisse potenziata la linea di autobus in modo da avere corse continue per raggiungere la città».

Iniziano le scuole e iniziano i dubbi dei genitori in tema di certificazioni o auto-certificazioni…

«In realtà non è cambiata la legge, ma si è fatta molta confusione e ora non si capisce nulla. Io voglio rivolgermi però direttamente ai genitori: siate responsabili, vaccinate i vostri figli. I vaccini sono sicurissimi e fondamentali per proteggere i bambini e soprattutto i più deboli. I vaccini sono una responsabilità sociale – spiega con tono appassionato, benché probabilmente sia la milionesima volta che ripete questi concetti – La Legge Lorenzin sta funzionando, ha invertito il trend della copertura vaccinale: non invertiamo questa tendenza, ne va della salute dei nostri figli».

Anche lei è padre di una bambina che frequenta le elementari. Come vive sua figlia questo suo successo e questo suo impegno sociale?

«Mi prende in giro disegnandomi come un no-vax, con uno sturalavandini in testa e un cartello con una grande siringa e una croce sopra. Sono contento abbia ereditato la mia vena ironica…».

Oltre ai vaccini c’è un altro tema che le sta molto a cuore e che è diventato purtroppo di attualità: i virus veicolati dalle zanzare.

«Le zanzare non sono solo animali fastidiosi ma anche pericolosissimi visto che causano ogni anno nel mondo la morte di centinaia di migliaia di persone. Quindi è fondamentale che ci sia un grande impegno di tutti per eliminarle, istituzioni e singoli cittadini”.

Crede che si faccia abbastanza per debellare le zanzare?

«Bisogna fare di più. A Milano 2 siamo invasi dalle zanzare, non bastano gli interventi che vengono fatti e non c’è abbastanza attenzione da parte dei condomini. Bisogna fare disinfestazioni efficaci e frequenti: sono i soldi meglio spesi per la salute di tutti».

1 Comment on "Al virologo-star Roberto Burioni l’Ape d’Oro segratese: «Genitori, siate responsabili»"

  1. giovanni gagliardi | 14 Settembre 2018 at 21:44 | Rispondi

    Complimenti al dott. R. Burioni per la sua attività di divulgatore scientifico.

Rispondi