Paullese, 51 bambini messi in salvo: ecco il racconto dei carabinieri eroi della stazione di Segrate

Da sinistra Francesco Citarella e Simone Zerbilli, della stazione di Segrate, e la collega Giovanna Calvaruso

«L’immagine che più mi è rimasta impressa di quegli attimi? I due bambini che quell’uomo tratteneva vicino a sé, quasi schiacciati contro il parabrezza del pullman. Mentre io lo distraevo, prendevo tempo, i miei colleghi stavano liberando gli altri ragazzi: una volta bloccato il mezzo, già in fiamme, abbiamo trascinato il sequestratore fuori dal mezzo e lo abbiamo arrestato, per fortuna tutti i ragazzi erano riusciti a scappare ed erano al sicuro». Sono alcuni dei frammenti, delle istantanee che difficilmente dimenticherà Simone Zerbilli, appuntato scelto capopattuglia in forza alla stazione dei carabinieri di Segrate, tra i primi a intervenire sulla Paullese, assieme al collega Francesco Citarella, mettendo in salvo 51 alunni della scuola media “Vailati” di Crema e neutralizzando Ousseynou Sy, l’autista che mercoledì 20 marzo li ha presi in ostaggio e li ha trascinati in un incubo durato più di un’ora, terminato poco dopo le 11 sulla strada statale del milanese tra Peschiera Borromeo e San Donato. È stata proprio la Renault Clio dei militari segratesi ad agganciare il veicolo dopo la richiesta di soccorso inviata da alcuni degli studenti a bordo del pullman al 112. Cambiando con un’azione di straordinario coraggio, eroica, una storia che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia.

Il giorno dopo, presso il comando di Compagnia, ci hanno raccontato quegli attimi drammatici. Poche parole, come si addice ai militari. Solo un mezzo sorriso a spezzare la tensione del resoconto, quando il veterano Zerbilli, a Segrate dal 2001, sottolinea il “battesimo del fuoco” del giovane collega Citarella, 23enne, barese, fresco di formazione da paracadutista e in servizio da soli 5 mesi. «Eravamo a Segrate quando è arrivata la comunicazione via radio e ci siamo subito diretti verso la Paullese, era chiaro che si trattasse di una cosa grave, di un sequestro, ma non conoscevamo né il numero degli ostaggi né sapevamo in quel momento che l’uomo aveva con sé taniche di benzina», spiega l’appuntato, una vistosa fasciatura sulla mano sinistra (prognosi di 25 giorni) a proteggere i tagli provocati dai vetri durante l’intervento.

Una corsa a sirene spiegate che li porta per primi ad agganciare all’altezza del ponte di Pantigliate il pullman delle Autoguidovie con a bordo l’attentatore, cittadino italiano e nato in Francia da famiglia senegalese, gli studenti di Crema e gli insegnanti accompagnatori. «Quando abbiamo raggiungo il mezzo abbiamo provato delle manovre per rallentarlo assieme alle auto sopraggiunte da San Donato, Paullo e San Giuliano, ma ha iniziato a speronarci – dicono i due “eroi” della pattuglia segratese – così lo abbiamo superato e poi abbiamo messo l’auto di traverso per tentare di fermarlo».

Una manovra audace (l’auto di servizio, quella a suo tempo donata dal Comune di Segrate ai carabinieri della stazione cittadina, è andata quasi distrutta dopo lo scontro) che però riesce a fermare la corsa del pullman che stava viaggiando sulla carreggiata in direzione Milano, con l’obiettivo dichiarato dall’attentatore di imboccare la tangenziale e da lì l’aeroporto di Linate per il suo folle piano. «A quel punto siamo scesi dall’auto e io mi sono diretto verso il lato anteriore del bus dove ho cercato di prendere tempo, di distrarre il sequestratore mentre gli altri carabinieri sfondavano i vetri posteriori per far uscire gli studenti terrorizzati», racconta Zerbilli. Ma non è finita qui. Come si vede in un video che ha fatto il giro del web, infatti, Sy non si arrende ma tenta di dare un’altra accelerata muovendo il pullman di alcuni metri. «Sì, ha provato a rimettere in moto ma davanti a sé aveva un ingorgo di veicoli e si è bloccato di nuovo dopo aver speronato alcune auto – spiega il carabiniere segratese – Sy aveva già dato fuoco alla benzina e le fiamme stavano per avvolgere il pullman, ma per fortuna i bambini erano già usciti dal lato posteriore grazie all’intervento dei colleghi e allora abbiamo trascinato l’uomo fuori dall’abitacolo e lo abbiamo ammanettato».

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