L’Assessore sul “caso Tend”: abbiamo salvato la “porta” della città

L'area dove sono in corso i lavori per il nuovo polo commerciale a Lavanderie

Dalla scrivania al muro dove fa bella mostra di sé la cartina di Segrate con tutte le aree definite nei dettagli, destinazioni d’uso e confini compresi, ci sono giusto due passi. L’Assessore all’Urbanistica Roberto De Lotto fa avanti e indietro, indica la porzione di territorio della quale sta parlando, mostra le altre con le quali condivide la proprietà oppure i destini, racconta e disegna la sua città, il suo piano. Lo fa senza arretrare, rivendicando tutto, anche la scelta di riportare il centro commerciale Tend all’imbocco del Centroparco, dal lato di Lavanderie. Il caso che ha reso torrida l’estate.

L’Assessore all’Urbanistica Roberto De Lotto

Il sindaco Micheli ha sottolineato più volte che lì accanto, nell’area Villa, sono previsti interventi di natura residenziale e quindi è più logico che Tend sorga lì. Ma si sa qualcosa di questi nuovi palazzi?

«In realtà la proprietà ci ha contattati subito, un paio di mesi dopo il nostro insediamento. La convenzione firmata da loro e dagli altri 40 proprietari (ortisti in larga parte, ndr) delle aree cedute all’amministrazione è particolare. La verità, rispetto a quanto sostenuto anche dai cittadini che chiedono di delocalizzare il cemento dal Centroparco, è che ritrattare quegli accordi non porta alcun vantaggio all’amministrazione. Per capirci: per avere la stessa quantità di terreno pubblico rispetto al 2012, ora dovremmo concedere tra i doppio e il triplo di metri cubi edificabili».

Un impasse, insomma. Ma il Centroparco così perderà parecchio verde.

«Noi abbiamo una visione che prevede che sia fruibile, uno spazio da condividere, con palestre a cielo aperto, ciclabili fatte bene, l’opportunità di cambiare anche funzioni agli spazi, magari per metterli a disposizione delle associazioni. Certo, la rinaturalizzazione resta il faro rispetto all’urbanizzazione, ma Segrate dovrà essere una città flessibile. Cosa saremo tra cinque anni, con Westfield aperto?».

Al posto di Tend, all’ingresso di Milano2, c’è il Giardino Megalizzi. Davvero credete che possa essere uno spazio vissuto, frequentato?

«Quella accanto alla rotonda dell’aeroplanino è un’area simbolica, la porta della città. Non è concluso e fra dieci anni sarà un’altra cosa, con la Cassanese declassata. Era preferibile perdere metri quadri sul Centroparco che quell’area simbolica».

E poi c’era quella promessa fatta da Micheli agli abitanti di Milano2…

«Le considerazioni che hanno portato a questa scelta sono quelle che ho detto, ma il fatto di mantenere un impegno non lo trovo negativo, anzi».

Tend ha arroventato l’estate segratese, ma ci sono tante altre partite aperte, a partire dal Village. Dovevano iniziare i lavori, ma ancora non si è mosso nulla.

«Il cronoprogramma prevedeva di completare il parcheggio all’ingresso dell’area, per poi intervenire su quello attuale, la ‘buca’ accanto alla stazione. L’idea era di sistemare attrezzature precarie, spostabili. Ci sono stati due mesi di ritardo per problemi catastali e ora stiamo riflettendo su come procedere. Condivido con il sindaco una prudenza nell’utilizzo dei soldi pubblici, preferiamo ottimizzarli. Sono invece molto soddisfatto di quanto fatto per l’ex Microsoft a San Felice. L’edificio sarà recuperato, non ci saranno le residenze del progetto delle Generali ma un polo terziario che ottimizza parcheggi e servizi. Un bellissimo progetto, approvato dalla Commissione paesaggio, che lavora su spazi aperti ed è molto contemporaneo».

Passiamo alla Boffalora. Milano 4 You non decolla ancora: che succede?

«Stanno rispettando tutti gli impegni assunti con noi e con i residenti. Devono partire dalle urbanizzazioni principali: la rotonda tra via Di Vittorio e via Morelli, il parco a nord che da edificato è passato a verde, la riqualificazione della cascina, il polo sportivo sul quale è in corso una verifica e stiamo ragionando se realizzare subito il boulevard diagonale. Hanno trovato una soluzione per impermeabilizzare i parcheggi allagati dalla falda nei condomini esistenti senza spostarli. Sono ottimista, ma serve un colpo d’acceleratore: a settembre mi aspetto il progetto della rotonda, con la consegna dell’opera entro febbraio».

Viabilità speciale e Westfield.

«Sul tratto giallo abbiamo avuto un rallentamento per problemi sul conferimento della terra di cantiere, sono aumentati i costi e hanno dovuto ‘aggiustare’ il budget. La consegna resta fissata tra marzo e giugno 2020. Westfield ha fatto le gare, attendiamo i risultati a brevissimo».

Il progetto per il Golfo agricolo è quello di inserirlo in un Plis, un parco di interesse sovracomunale. A che punto siamo?

«C’è una coerenza territoriale con il Plis delle Cave più che con quello della Martesana, così abbiamo optato per il primo. Siamo a buon punto, i tecnici sono al lavoro. è fondamentale, perché uno strumento sovraordinato garantisce una maggior tutela all’area».

Per concludere: a meno di un anno dalla fine del mandato, qual è la soddisfazione più grande? E il rimpanto più grosso?

«La cosa più bella è stata l’esperienza nel suo complesso, il fatto di affrontare problematiche reali che siamo riusciti a sbloccare. La stazione, l’hub, la metropolitana. Sono convinto, poi, che il nostro Pgt sia eccellente, come conferma la scelta di Milano di prendere la strada che abbiamo imboccato noi per primi in Italia, utilizzando il parametro BAF (Biotope Area Factor). Il concetto è quello di andare oltre il consumo zero, agendo anche sul costruito e prevedendo interventi efficaci ed efficienti dal punto di vista ambientale. Il rimpianto? Mi sarebbe piaciuto risolvere i contenziosi con gli operatori attraverso un tavolo di concertazione. Convincere tutti che l’ambiente è un valore, anche economico. E poi far passare il concetto che la città è un bene comune».

E conta di farlo in futuro?

«Se mi sta chiedendo se penso di candidarmi in qualche lista, la risposta è no. Resto un tecnico, e se il sindaco Micheli vincesse e mi chiedesse di continuare, sarei pronto».

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