Come far capire ai bambini il momento che stiamo vivendo? E come sopravvivere a queste lunghe giornate in casa? “Prima di tutto cercando di vederne gli aspetti positivi”, partono da qui, da un messaggio di ottimismo, i consigli della psicologa e psicoterapeuta segratese Chiara Ripamonti, presidente dell’Associazione Psychè Onlus e docente all’Università di Milano Bicocca. “Viviamo una situazione oggettivamente drammatica, ma è possibile trovarne i lati positivi, soprattutto nel rapporto con i nostri figli. Viviamo nella quotidianità in una sorta di vortice in cui c’è poco spazio per loro, ecco, ora questa situazione ci offre una sorta di legittimazione per investire di meno sul lavoro e di più sui nostri figli”.
LA FAVOLA DEL SIGNOR VIRUS
“Prima cosa non nascondere la realtà, non è mai una buona cosa. I bambini avvertono le nostre emozioni, captano mezze informazioni e possono esserne frastornati, confusi. È importante che capiscano il senso di quello che sta succedendo, ma dobbiamo spiegarlo usando le parole giuste, adatte alla loro età. Io ad esempio per la mia nipotina di 3 anni ho inventato la storia del Signor Virus che ha una coroncina in testa, e fa parte di una grande famiglia. Il Signor Virus è molto piccolo, può entrare nei nostri corpi attraverso le mani sporche o gli starnuti passando da una persona a un’altra facendole ammalare, per questo non si può andare a scuola o al parco giochi. Bisogna lasciare tutti questi Signori Virus fuori dalla porta”.
NON SOLO COMPITI
“Il tempo a disposizione dei bambini ora è molto, ed è vuoto dai soliti impegni. Sfruttiamolo per dare loro nuovi stimoli, per sviluppare la loro creatività insieme a noi. Non assilliamoli con i compiti da fare, che certo devono trovare spazio durante la giornata, ma non possono essere l’unico momento insieme. Dovremmo, per quanto possibile, anche uscire dalla logica del “meno rompe, meglio è” che vuol dire zittirli davanti a schermi o tv. È un tempo che può essere prezioso per entrambi”.
“LAVATI LE MANI” NON FUNZIONA
“Occorre sensibilizzare i nostri bambini sull’igiene, ma lo dico chiaro: l’imposizione non funziona con i bambini, anzi porta a una chiusura, una ribellione e una conseguente escalation di comportamenti oppositivi e deleteri. Con i bambini bisogna sempre partire dal gioco, cercando strade alternative. Può sembrare più faticoso e più lungo, ma non è così. Continuare a ripetere 100 volte lo stesso comando, poi urlare, strattonare, richiede comunque grande dispendio di energie e ricadute pessime sul clima famigliare”.
E CON GLI ADOLESCENTI?
“Con i ragazzi più grandi la cosa principale è responsabilizzarli. Non imponendo dall’alto limiti o restrizioni ma condividendo con loro cosa va fatto, anche da noi. Il discorso non deve essere “Hai visto, devi fare così”, ma “Noi due dobbiamo farlo, siamo nella stessa situazione e ce la possiamo fare, insieme”.
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