Dopo quattro mesi di stop causa Covid, lunedì 13 luglio ha riaperto l’aeroporto di Linate chiuso dal 16 marzo. È stata e sarà una ripresa lenta, però. Lunedì e martedì, con lo scalo operativo e il personale di terra e i dipendenti degli esercizi commerciali all’interno già al lavoro, di voli (e quindi di passeggeri) neppure l’ombra.
Il primo rombo nei cieli di Segrate è tornato a risuonare mercoledì 15: decollo… d’esordio alle 10.40, un Lufthansa per Francoforte; venti minuti dopo è stato un airbus Iberia il primo ad atterrare sulla pista nuova di zecca del Forlanini. Da mercoledì si sono effettuati quattro decolli e quattro atterraggi al giorno. Alitalia, che detiene due terzi degli slot dello scalo meneghino, tornerà a volare solo dal 24 luglio, con i collegamenti con la Sardegna. I numeri resteranno però esigui: guardando sul sito di Linate ad esempio per venerdì 24 sono previsti 9 partenze e 10 arrivi in tutta la giornata.
Ad agosto Alitalia riattiverà le tratte internazionali, che fino a fine mese sono state spostate interamente a Malpensa. Lo scalo varesino è rimasto aperto durante tutto il periodo del lockdown, anche se limitato a un solo terminal. Sea e il sindaco di Milano avevano chiesto al Ministero e a Enac di non forzare la riapertura, ovviamente per una questione di costi in virtù dei pochi voli, ma da Roma è arrivato il decreto che prevede per Linate un’operatività di cinque partenze e cinque arrivi all’ora, numeri che almeno fino a tutto luglio resteranno un miraggio. Anche Micheli ha mostrato scetticismo, tornando poi a chiedere che vengano riconosciute a Segrate le compensazioni dovute ai Comuni che vivono l’impatto degli aerei nei propri cieli.
Diversa la posizione di Dario Balotta, ex sindacalista del settore e attuale presidente dell’ Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni e Trasporti (Onlit). «A Roma hanno riaperto Fiumicino e Ciampino insieme – dice – qui la Sea ha chiesto di tenere chiuso Linate fino ad ora. La trovo un’operazione incomprensibile, dettata da motivazioni economiche inaccettabili visto il bilancio di Sea. Milano deve ripartire, come può farlo senza il suo city airport? Tutto per “gonfiare” Malpensa».
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