«È ancora consentito cambiare idea? Sono forse la prima in Italia a farlo? Mi sto candidando come consigliera comunale, non come sindaco, in una lista di cui condivido idee e principi, che cerca di portare un contributo nella coalizione con autonomia e spirito critico, mi fa piacere questo interesse ma non capisco tutte le polemiche di questi giorni…». Tecla Fraschini, sfidante nel 2015 dell’attuale sindaco Paolo Micheli (arrivata a un pugno di voti, 59, dall’elezione a primo cittadino) è oggi candidata con il suo ex rivale nella lista +Segrate Viva, in quota I Like Segrate, la lista guidata da Federico Figini.
Tanto è bastato, all’indomani della pubblicazione delle liste dei candidati al parlamentino locale, per far scoppiare il “caso”, con relative ironie e accuse di trasformismo per il passaggio da destra a sinistra. «Categorie che come sempre vengono tirate in ballo in modo strumentale e secondo le proprie convenienze, quando la mia scelta è totalmente coerente con il mio percorso – dice Fraschini al Giornale di Segrate – sono partita da una lista civica, quella di Alessandrini, e torno a presentarmi in una lista civica moderata, liberale… i programmi mi sembrano francamente tutti simili, quello che conta alla fine sono le persone». La sua lista però supporta il sindaco uscente che era stato suo competitor nel 2015. Un bel salto… «Facciamo un passo indietro – dice l’ex candidata sindaco – in Consiglio comunale, alla prima seduta, spiegai che avrei tenuto in considerazione qualsiasi provvedimento utile per i segratesi: questo, assieme al gesto che feci da sola la sera della sconfitta, andando in Comune ad augurare buon lavoro a Micheli, provocò una rottura con chi aveva condiviso la mia candidatura». Passò quindi alla Lega… «Nella Lega trovai correttezza e ascolto, ma non mi sono mai iscritta al partito e comunque dopo pochi mesi, per motivi personali e perché non sentivo più di far parte di un gruppo, di quel gruppo che mi aveva accompagnato nella candidatura, mi dimisi lasciando l’Aula».
Sta di fatto che ora sostiene quello che fu il suo avversario. Che giudizio dà a Micheli? «Si è trovato nella prima metà del suo mandato ad affrontare un’eredità pesante, quella di un sindaco importante che aveva fatto del Comune il suo “fortino”, al termine di un’esperienza che ha lasciato tanto di positivo ma anche strascichi non facili da gestire… poi penso che abbia lavorato bene, specialmente nell’emergenza Covid. Si poteva fare di più? Sì, e per questo daremo il nostro contributo come lista nella coalizione… credo inoltre che sia utile che un sindaco sia messo alla prova con il secondo mandato, specie quando c’è stata una rottura forte con il passato, in modo da non dover ricominciare daccapo ogni cinque anni e vedere i risultati del lavoro impostato».
Che cosa le resta di quell’esperienza del 2015? «Accettai la sfida con impegno nonostante mi fossi avvicinata alla lista Alessandrini come semplice candidata al Consiglio comunale per poi, per varie ragioni e in modo inaspettato, trovarmi in corsa come sindaco – racconta Fraschini – ho fatto sicuramente errori per inesperienza e per eccessiva fiducia riposta in alcuni compagni di viaggio, e oggi sento di poter dare un contributo migliore alla mia città anche grazie a quell’esperienza».
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