“Tennis, i campi coperti sono sicuri”: anche la MTA di Milano2 nel ricorso al Tar dei circoli milanesi

I campi coperti sono aperti solo agli atleti agonisti dal Dpcm del 24 ottobre 2020

L’udienza è stata fissata per il 27 gennaio. E dovrà arrivare a stretto giro la risposta dei giudici chiamati a pronunciarsi sulla richiesta di trenta circoli milanesi che di poter riaprire i campi al coperto a tutti gli allievi e gli appassionati. C’è anche la Milano Tennis Academy (MTA) di Milano2 – che ha sede presso lo Sporting Club Milano2, a Segrate – nell’elenco di società sportive e associazioni che hanno fatto ricorso al Tar del Lazio per ottenere la sospensiva del Dpcm che dallo scorso 24 ottobre, tra le misure anti Covid, ha inserito anche la chiusura delle strutture al coperto dei circoli tennistici consentendo gli allenamenti solo sui campi all’aperto – di fatto impraticabili nel periodo invernale, nel Nord Italia – e l’accesso solo agli atleti agonisti “di interesse nazionale”.

“Il tennis è uno sport sicuro, sia all’aperto sia al chiuso nei campi coperti”, hanno sottolineato i circoli capitanati dal “Bonacossa” di Milano. Tentando il “vincente”, è il caso di dirlo, presentando i risultati di ricerche scientifiche che certificherebbero un ricambio dell’aria tale, grazie al grande volume delle strutture che contengono i campi, da consentire l’attività in piena sicurezza visto anche il ridotto numero di persone che partecipano in contemporanea a partite o lezioni.

“Consci dell’emergenza in cui tutto il Paese versa riteniamo che ogni settore abbia il diritto di tutelare la propria sopravvivenza, sottoponendo alle Istituzioni le peculiarità proprie delle singole realtà, in modo che meglio si possa legiferare su aspetti che è normale siano poco conosciuti da chi, in un momento di grande crisi come questo, è chiamato a decidere per l’intero contesto produttivo nazionale – hanno messo nero su bianco i circoli tra cui la MTA del presidente Pier Carlo Guglielmi – come operatori del tennis vogliamo far presente che il tennis è considerato dalla scienza lo sport più sicuro nell’attuale condizione di emergenza, e ingenti sono stati gli sforzi per adeguarci alle misure necessarie a garantire la sicurezza sanitaria. Vogliamo ripartire con il placet delle autorità affidandoci alla legge e alla scienza che non distinguono tra agonisti e non agonisti – continua il comunicato – a ridosso delle festività natalizie abbiamo proposto un ricorso al TAR del Lazio per ottenere la sospensiva del DPCM attualmente in vigore che limita il regolare svolgimento dell’attività tennistica al coperto, all’interno dei palloni pressostatici e delle strutture fisse, equiparati a veri e propri locali chiusi, esclusivamente ai possessori di tessera agonistica. Consci dell’emergenza in cui tutto il Paese versa, il ricorso è stato presentato proprio perché auspichiamo che alla fine in questa partita i vincitori siano la sicurezza e la scienza. L’obiettivo è che venga posta l’attenzione sulla profonda diversità strutturale che intercorre tra un generico luogo chiuso e le strutture pressostatiche. Quello che ci interessa affermare è l’accertamento tecnico-scientifico e giuridico di quanto la scienza ha già evidenziato, cioè l’assoluta sicurezza del tennis sia all’aperto (attività oggi consentita dal DPCM) che al chiuso per tutte le categorie di praticanti. Per riuscirci, noi promotori dello sport individuale per eccellenza, abbiamo deciso di giocare di squadra”.

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