«Saremo pronti per i vaccini. E dopo il Covid Segrate sarà il distretto dell’idrogeno verde»

Promuove Draghi, ma anche Bertolaso. «È il momento di puntare sulla competenza, servono persone capaci». Il sindaco Paolo Micheli è netto, il suo ‘claim’ è quello che va per la maggiore, in questi giorni di larghe intese e governi di salvezza nazionale. Perché il Covid resta ingombrante, proietta ombre lunghe sul futuro, chiama a responsabilità da assumersi senza indugi e falle di sorta. Ed è da qui, dal recente passato fatto di sviste, dati sballati e polemiche, che parte la sua riflessione.

«Quanto accaduto con il cruscotto, con quei numeri decisamente gonfiati, ha messo in luce una problematica informatica, certo, ma anche gestionale. A Segrate non è mai suonato l’allarme rispetto a quei dati, perché noi, fin dal principio dell’emergenza, abbiamo predisposto un servizio in grado di seguire i nostri concittadini alle prese con il virus: li contattiamo, li accompagniamo durante questo periodo difficile, abbiamo un quadro chiaro della situazione. Comunque, sarebbe bastato che Fontana chiedesse scusa, in fondo l’errore è stato dei tecnici, la sua responsabilità sta proprio nel non voler ammettere che qualcosa non abbia funzionato attaccando il governo. Credo che possa essere una lezione per la politica tutta, purtroppo tanti di noi soffrono della… sindrome di Fonzie, non ammettiamo mai di aver sbagliato».

Passando oltre, ora c’è il piano vaccinale da impostare, con il commissario Bertolaso che detterà la linea.

«È una persona in grado di organizzare al meglio le cose, una scelta condivisibile. Ad oggi il piano non esiste ancora, sappiamo che Bertolaso lo sta ridefinendo insieme alle Ats. L’idea è quella di utilizzare spazi pubblici, come palestre e centri civici, chiedendo agli ospedali di fornire il personale sanitario. Da una parte ho scritto ad Ats già da tempo per mettere a disposizione gli spazi cittadini, dall’altra sono in contatto costante con il San Raffaele per ottenere una prelazione per i segratesi quando la campagna vaccinale entrerà nel vivo».

Il Covid è un’emergenza sanitaria, ma i riflessi sull’economia e sul lavoro sono attesi e fanno paura. C’è anche lo spettro dei licenziamenti che incombe. A Segrate ci sono aziende a rischio?

«Sono molto preoccupato. Nei mesi iniziali della pandemia sono state le fasce deboli a finire subito in difficoltà, ma oggi anche il ceto medio è colpito. Dobbiamo aspettarci almeno un anno di tensioni sociali, credo sia inevitabile. Ho sempre condiviso il fatto che il Recovery Plan sia fondamentale, perché servono investimenti in grado di riattivare la crescita e non soldi dati a pioggia. Aziende in difficoltà ce ne sono e ce ne saranno, giusto martedì ho avuto un incontro con i dipendenti e i rappresentanti sindacali di Almaviva (il call center che già a maggio aveva annunciato l’intenzione di chiudere la sede di Milano Oltre, ndr). Staremo dalla loro parte anche nei tavoli di trattativa con l’azienda e la Regione, proponendo percorsi di ricollocamento magari coinvolgendo Afol. E’ solo un caso, ce ne saranno altri e andranno trattati ciascuno con le proprie specificità».

Sarà Draghi l’uomo chiamato a gestire questo tempo difficile. La caduta del governo Conte è arrivata con lo strappo di Renzi, al quale lei è da sempre accostato. Come legge questa mossa? E’ ancora dalla sua parte oppure stavolta no?

«Il mio giudizio sulla gestione della pandemia da parte di Regione è stato severo, ma anche quello nei confronti del governo. Quando ho letto la bozza del Recovery Plan, mi sono spaventato. Serve competenza, servono persone capaci. Da cittadino poi sono molto stanco dei dibattiti in tv e sui social nei quali si dà spazio agli estremisti, a questo scontro tra guelfi e ghibellini che mette da parte anche il rispetto per le persone. Non va bene. Citavate Renzi, ma sono tanti i politici che sono usciti male da questo momento: bisogna chiedere a chi è portato a polarizzare tutto e a creare scontro di farsi da parte, per il bene di tutti».

Nessun timore che la rottura definitiva tra Pd e Italia Viva si riverberi sulla scena segratese?

«No, non direi. Anzi, Segrate è un modello esportabile per il Centrosinistra. Funziona, lavoriamo bene insieme e questi giovani sanno di futuro, sono una generazione meno ideologica delle precedenti».

Passiamo a Westfield. Alcuni spifferi parlano di un possibile cambio del progetto, con  un addio al centro commerciale…

«Non mi risulta. Tutte le volte che parlo con i loro rappresentanti mi confermano l’intenzione di proseguire, anzi recentemente mi hanno rivelato di aver rinnovato i contratti a Esselunga e Gallerie Lafayette. Certo, sono in corso valutazioni sul futuro dei poli del commercio ma allo stato dei fatti è tutto confermato».

Soprattutto la viabilità seciale. Qual è la situazione?

«Stanno procedendo a gran velocità, stanno lavorando sul tratto blu e su quello rosso non registro intoppi. Non è in discussione l’opera, anche in virtù del valore dell’area in questione. Sempre in quest’ottica, stiamo lavorando pancia a terra, noi insieme a Westfield, sulle due fermate della M4 e sul progetto della nuova stazione come hub che comprenda anche l’alta velocità».

Oltre a Westfield, cosa prevede la road map di questa prima fase del suo secondo mandato?

«Quando l’emergenza Covid si concluderà, sono convinto che le tematiche ambientali torneranno in cima all’agenda politica. Per questo sto ponendo le basi per un obiettivo ambizioso ma realizzabile: fare di Segrate il primo grande distretto dell’idrogeno verde. Abbiamo aperto canali con le aziende del settore, da Snam a Saipem; abbiamo sviluppato relazioni con H2IT, l’associazione nazionale che raccoglie gli enti interessati, le università e non solo. Non è una svolta che può arrivare domani, parliamo di un futuro meno prossimo, ma essere in pole position, muoversi subito, è cruciale. Abbiamo tante aree di sviluppo, da Westfield a Milano4You passando per Cassa depositi e prestiti, tutti ambiti adatti a sperimentazioni di energie alternative. Abbiamo l’Intermodale da gestire: pensate se riuscissimo a far muovere a idrogeno tutti i mezzi pesanti che graviteranno su quell’area…».

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