Covid, i medici di base: “Stremati dalla burocrazia. Vogliamo tornare a curare”

Mario Bellaviti, medico di medicina generale a Milano2 tra i primi firmatari della lettera di protesta

Subissati da richieste, alle prese con portali malfunzionanti, impegnati per ore nell’inserimento di migliaia di dati, lanciano un grido di allarme.

E’ stata firmata anche da molti medici di base segratesi la lettera di protesta che convoglia il malcontento di una intera categoria verso la sempre maggiore burocratizzazione del lavoro, dovuto alla gestione, segnalazione e caricamento dei dati relativi ai casi Covid.

“Ci siamo ritrovati a lavorare fino a notte per far fronte a questo carico di lavoro abnorme che si è abbattuto su di noi con la quarta ondata – spiega Mario Bellaviti, medico di medicina generale a Milano2. La cosa che fa rabbia è che non si tratta di fare il nostro lavoro, cioè curare le persone, ma fare gli impiegati colmando le lacune organizzative di un sistema“.

Il sistema a cui fa riferimento è quello legato al meccanismo di segnalazione di un caso positivo e al conseguente iter di quarantena o isolamento con finale tampone di guarigione e riacquisizione del Green Pass. Una procedura che spesso si “inceppa” lasciando le persone senza la certificazione e quindi ingabbiate in un lunghissimo isolamento.

“Per venire incontro alle esigenze dei miei pazienti ho iniziato a gennaio a effettuare tamponi in studio – spiega – ma questo ha comportato un enorme lavoro relativo al caricamento dei dati nel sistema. Inoltre siamo subissati dalle richieste di chi non riceve il Green Pass e chiede a noi di sbloccarlo. In media ricevo 150/160 chiamate al giorno, e lo stesso vale per i miei colleghi. Le persone sono disorientate dalla burocrazia e da ogni parte il mantra è uno solo : ‘chieda al medico di base’. Ma noi non possiamo essere un call center!”.

Da qualche giorno, con la discesa della curva epidemiologica, la situazione si è un po’ allentata, ma resta una grande stanchezza e anche l’amarezza di essere spesso additati come poco collaborativi. “Non manca chi si lamenta perché non rispondiamo al telefono o perchè non sblocchiamo un Green Pass – commenta Bellaviti – colleghi mi raccontano anche di situazioni tesissime in ambulatorio con pazienti novax, in pochi si rendono conto del carico che abbiamo sulle nostre spalle…”.

Per rendere visibile la protesta molti medici hanno affisso fuori dallo studio una coccarda gialla, con le esplicite scritte: #lasciatisoli e #vorremmocurarti

Be the first to comment on "Covid, i medici di base: “Stremati dalla burocrazia. Vogliamo tornare a curare”"

Rispondi