Animali, avvelenamenti sospetti. “No a soluzioni fai da te”

Nutria sul Laghetto dei Cigni a Milano2. La loro presenza è mal tollerata da molti residenti

Dei bocconi mortali avrebbero causato il decesso di uccelli e tartarughe, ma l’obiettivo potrebbero essere le nutrie.

Due cornacchie, una gallinella d’acqua, diverse tartarughe: è questo il triste elenco stilato dall’Associazione Amici del Laghetto degli animali trovati esanimi lungo le sponde del bacino di Milano2. «Sono stati tutti trovati dai nostri volontari in una sola sera – spiega il presidente della onlus Julien Buratto – e la cosa è abbastanza sospetta: nessuno presentava segni di aggressione». L’ipotesi avanzata da Buratto è che siano stati avvelenati da esche nascoste tra la vegetazione. (Sotto la foto della gallinella d’acqua ritrovata morta)

«Nei mesi passati sono comparsi in varie occasioni, nella zona sud di Milano2, dei sacchetti di veleno per animali – racconta – e sempre in prossimità degli avvistamenti di nutrie». Queste, secondo il presidente, sarebbero il vero obiettivo: peccato che a rimetterci siano però, in molti casi, altri animali. «Non vorremmo che alcuni cittadini cercassero di risolvere il problema delle nutrie con tecniche sconsiderate che possono danneggiare altri animali, anche domestici, come i cani».

Dopo l’avvistamento è partita la segnalazione al Comune di Segrate, chiedendo di sensibilizzare i cittadini sul tema e di riprendere il progetto, annunciato un anno fa, di contenimento delle nutrie. Il progetto, spiegato al Giornale di Segrate nel luglio 2021 dall’assessore Damiano Dalerba, prevedeva la sterilizzazione degli esemplari presenti sul territorio attraverso una postazione mobile messa a disposizione dall’Università di Torino, in collaborazione con la LAV. Un modo “ecologico” e non cruento per contenerne il numero che sarebbe dovuto partire nell’autunno 2021. «Purtroppo il dipartimento che se ne occupa attualmente non riesce a pianificare questo intervento – spiega l’assessore a Ecologia, Ambiente e Tutela Animali Damiano Dalerba – quindi stiamo pensando di formare i veterinari di Segrate affinché possano essere loro a eseguire le sterilizzazioni. In ogni caso – continua Dalerba – ribadisco che il punto non è eliminare le nutrie, ma stabilizzarne il numero. Sopprimerle non servirebbe comunque a nulla perché verrebbero immediatamente rimpiazzate da altri esemplari provenienti dal Parco Lambro. Ricordiamoci che la nutria è un animale territoriale e tende a presidiare il suo habitat. Il modo dunque più efficace è quello di contenere le colonie, accettando però la loro presenza».

Stessa “filosofia” che ispira un altro progetto, legato al contenimento delle tartarughe. «Ma non abbiamo risposte dalla proprietà del laghetto – commenta Buratto- e serve una svolta immediata».

 

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