Consigli comunali e commissioni si potranno fare anche “in remoto”: «Noi al passo coi tempi»

L'aula Pieri, sede del parlamentino segrate, è all'interno del Palazzo Municipale

Sarà l’Ufficio di Presidenza a decidere sulla modalità. Ma il Centrodestra protesta: “L’Assemblea  sia in presenza”

I Consigli comunali e le commissioni si potranno svolgere anche a distanza, tramite collegamenti via Internet. Lo ha deciso lunedì 18 luglio il parlamentino locale, che con i voti della maggioranza ha approvato un apposito regolamento “istituzionalizzando” la modalità di riunione in remoto sperimentata durante i mesi dell’emergenza sanitaria. “Un’opportunità”, secondo i consiglieri della coalizione del sindaco. Che ha visto però l’opposizione del Centrodestra che seppure d’accordo sulla possibilità di partecipare via web alle commissioni aveva chiesto che i Consigli comunali restassero solamente in presenza. Andiamo per ordine.

Il documento che oggi introduce la modalità a distanza o mista (con alcuni consiglieri in municipio e altri, se impossibilitati a partecipare, in collegamento) giaceva da aprile sul tavolo del presidente del Consiglio comunale. A bloccarlo, i dubbi dell’opposizione ma anche della maggioranza e dello stesso Poldi. Perplessità che sono state però superate lavorando di cesello sul testo. In particolare, ad autorizzare l’eventuale modalità a distanza – che non è quindi “automatica” – sarà l’Ufficio  di Presidenza per quanto riguarda i Consigli comunali, con i vicepresidenti Greta Coraglia (Lista Micheli) e Nicola De Felice (Fratelli d’Italia) mentre nelle commissioni la decisione spetterà ai presidenti.

«È importante però non abusare di questo strumento – ha sottolineato Alessandro Pignataro, Pd – non siamo ancora fuori dall’emergenza Covid e restano le restrizioni per chi è in quarantena, quindi si tratta di uno strumento utile in casi eccezionali, ma non deve diventare la prassi». Anche per Federico Figini (Segrate Viva) «è una opportunità da usare col contagocce, ma dimostriamo di essere al passo coi tempi anche considerando quanto abbiamo imparato durante l’emergenza: ci sono cda di multinazionali che prendono decisioni a distanza, non vedo perché in casi eccezionali non si possa fare anche nel nostro Consiglio comunale». Di “opportunità da cogliere” ha parlato anche Marco Griguolo (Segrate Nostra), che ha precisato come “la qualità del lavoro del consigliere non si basa sulla presenza ma su come svolge il suo ruolo”. 

A chiedere di limitare la possibilità delle riunioni in remoto soltanto alle commissioni era stato invece il Centrodestra, che ha presentanto in Aula un emendamento ad hoc che è stato però respinto. «Non è il Comune ma il governo a decretare lo stato di emergenza con l’eventuale necessità di svolgere a distanza le assemblee democratiche  e riteniamo che noi come consiglieri abbiamo assunto questo incarico consapevoli dell’impegno che il ruolo richiedeva – ha detto Marco Carandina, capogruppo della Lega – abbiamo accolto la parte del regolamento sulle commissioni, per favorire la partecipazione di tutti anche con mezzi telematici, ma il Consiglio deve restare in presenza per il rispetto dei cittadini, senza contare le difficoltà tecniche dei collegamenti a distanza già sperimentate durante gli anni dell’emergenza sanitaria».

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