Emergenza casa, pesa l’effetto pandemia: cresce la richiesta di alloggi popolari

Qui sopra, il complesso delle case Aler in via delle Regioni a Redecesio

Lo sblocco degli sfratti spinge le domande, ma sono solo 4 gli appartamenti liberi in città. La fotografia del Distretto Sociale Milano Est. L’assessore ai Servizi sociali Guido Bellatorre: Lavoriamo a un accordo con Aler in attesa della palazzina pubblica al Village

Tante, tantissime richieste per una “casa popolare”. Troppe, per l’effettiva disponibilità di alloggi in città e nel Distretto di cui fa parte Segrate. Con gli effetti economici del Covid e lo sblocco degli sfratti congelati durante la pandemia a pesare sulla fame di case insieme con i prezzi del mattone che “inseguono” quelli milanesi. A fotografare la situazione sono le delibere della giunta segratese e del Distretto sociale Milano Est, che negli ultimi giorni hanno fatto il punto sullo stato dell’emergenza abitativa nei Comuni di Segrate, Pioltello, Vimodrone e Rodano.

Un problema che riguarda anche Segrate

Secondo gli ultimi dati segratesi, sono 45 i nuclei famigliari in lista d’attesa con l’ultimo bando SAP (Servizio abitativo pubblico), a fronte di soli 4 alloggi che saranno disponibili in città quest’anno grazie al naturale turnover tra gli assegnatari. Un numero che dice qualcosa ma non tutto, perché nel 2021 erano 164 i richiedenti e, secondo l’assessore Guido Bellatorre, titolare dei Servizi sociali, la domanda di alloggi è alta, spinta anche dalle procedure esecutive e i pignoramenti ripartiti dopo l’emergenza sanitaria. «Le graduatorie sono costruite da quest’anno con una nuova modalità, da qui l’apparente discrepanza tra il numero di oggi e quello del 2021 – spiega l’assessore – stiamo pagando le conseguenze della pandemia, con un effetto potenziato dallo sblocco degli sfratti, uno tsunami che si abbatte sulle famiglie e che tocco con mano quotidianamente. La perdita dell’abitazione, per svariati motivi, è un problema di cui forse c’è poca consapevolezza in città, ma che riguarda anche il nostro territorio».

Sono 116 le case comunali del SAP (Servizio abitativo pubblico)

Una situazione cui è difficile dare risposta, visti i numeri degli alloggi disponibili… «Sì – conferma Bellatorre – c’è una lunga lista di persone che ha astrattamente diritto a un’abitazione, ma di fatto il numero di case non è sufficiente. Il Comune possiede 116 unità abitative, numero che crescerà a 118 una volta ristrutturati gli appartamenti di Redecesio che ci ha assegnato l’Agenzia per i beni confiscati alla mafia. I cittadini possono accedere a tutto il patrimonio del Distretto, oltre mille alloggi, ma l’esigenza è diffusa in tutti i nostri Comuni e quindi non è facile dare risposta».

Le iniziative dell’amministrazione comunale

Che cosa può fare l’amministrazione comunale? «Ci stiamo muovendo su due direttrici – continua Bellatorre – da una parte incrementeremo il portafoglio di immobili a uso sociale con la palazzina pubblica che sorgerà al Segrate Village, con 1.000 mq di superficie da destinare ad alloggi (ma ci vorranno almeno due anni, ndr), l’altro fronte è la collaborazione con Aler che ha in città 129 alloggi, di cui 87 a canone sociale e 42 a canone moderato». Un patrimonio che non sarebbe utilizzato totalmente lasciando alcuni appartmenti senza inquilini. «La nostra idea è di acquisire in locazione gli immobili sfitti a canone moderato  – continua l’assessore ai Servizi sociali – una volta diventati conduttori noi degli immobili, potremmo assegnarli applicando il canone sociale così come su quelli di nostra proprietà coprendo la differenza in attesa che Regione li trasformi a canone sociale. Oggi il costo delle collocazioni di emergenza per le famiglie con minori è del resto molto più alto e in questo modo potremmo utilizzare al meglio le risorse a disposizione».

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