Sabato 21 gennaio nella Biblioteca centrale una mattinata per conoscere le regole e provare a giocarci.
Una tavola con una griglia geometrica, delle piccole pietre bianche e nere, due giocatori. Questi sono i semplici elementi-base del “Go”, un gioco antichissimo, pare anzi il più antico al mondo, che ancora si pratica nella sua versione originaria nata Cina, dove è giocato da almeno 2500 anni. Poco conosciuto in Italia, ma diffuso in tutto il mondo, soprattutto in oriente, è definito “l’arte marziale della mente” perché stimola tutti i processi cognitivi, aiuta a migliorare l’attenzione richiede doti strategiche e capacità di ragionamento. Adatto a tutti, può essere praticato dai bambini più piccoli fino alla terza età.
Per presentarlo e offrire ai segratesi la possibilità di capirne le regole, sperimentarlo e lasciarsene affascinare , la Biblioteca di Segrate ha organizzato una giornata dedicata proprio a questa disciplina in collaborazione con la Federazione Italiana Gioco Go, che promuove la conoscenza e la pratica di questo gioco.
L’appuntamento è per sabato 21 gennaio dalle 11 alle 14.30 nella Gaming Zone della Bilioteca di Segrate, al piano terra del Centro Civico Verdi in centro città, l’area inaugurata la scorsa estate con l’obiettivo di promuovere la socializzazione di bambini, ragazzi ma anche adulti attraverso il gioco in varie forme, dai videogame – con una zona dedicata alle consolle – ai giochi da tavolo grazie a un ampio catalogo disponibile direttamente in loco con l’aiuto dei responsabili del progetto.
«Si tratta prima di tutto un bel gioco, in cui si ragiona e ci si diverte – spiega Leonard Ornaghi, rappresentante del Go Club di Legnano che ha contribuito ad organizzare l’evento a Segrate in collaborazione con la Biblioteca – si può giocare a tutte le età, partendo da scacchiere (in realtà chiamate goban) più piccole fino ad arrivare a quelle standard 19×19. Le regole sono semplicissime, ma danno vita a partite sempre diverse. Un proverbio cinese, luogo dove è nato e si è sviluppato il Go, dice infatti che non è mai stata giocata la stessa partita». L’aspetto affascinante del gioco è che a differenza di molti altri non si basa sull’annientamento dell’avversario: i due giocatori infatti collocano alternativamente le pedine (dette pietre) nere e bianche sulle intersezioni vuote del goban con lo scopo di controllarne una zona maggiore di quella controllata dall’avversario.
«È un gioco di armonia ed equilibrio – aggiunge Ornaghi – in cui bisonga imparare la disciplina e sviluppare una propria strategia. Non si smette mai di imparare e di migliorare, andando avanti, il proprio stile di gioco».
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