Milano2, la “città-giardino” che anticipò il futuro

Uno dei ponti pedonali che collegano le varie zone del quartiere

Rubrica a cura di Clem Real Estate, Res. Botteghe

Sono passati più di cinquant’anni da quando Silvio Berlusconi realizzò Milano Due. La sua visione di città ideale era quella di un luogo dove le auto non fossero parte centrante del contesto urbano e dove le famiglie potessero vivere in piena libertà e sicurezza gli spazi comuni. Una sorta di città vacanza dove far crescere i bambini in un ambiente più sano e naturale e dove gli adulti avessero gli spazi per godere del tempo libero facendo sport ed attività all’aperto. Un’idea di città che, semplicemente, prima di allora non era mai esistita.

Per la realizzazione del quartiere vennero coinvolti diversi architetti, ognuno dei quali con una propria competenza.  E così, nell’arco di un decennio, Milano Due prese forma e si animò di tante famiglie che avevano colto nel progetto iniziale, la possibilità di vivere in un contesto diverso dalla città e dalle zone residenziali dell’hinterland. Negli anni sono stati pensati servizi utili alle famiglie, come il Piedibus, che grazie ad un gruppo di volontari, accompagna i bambini delle elementari a scuola. 

Negli ultimi anni Milano si sta trasformando: il verde è diventato parte dell’arredo urbano e dei quartiere, le piste ciclabili convivono con le strade carrabili, i servizi alla persona vengono lentamente integrati nei vari quartieri. Tutto questo a Milano Due esiste già da decenni. Ecco perché Milano Due allora come oggi, è A place to be.  

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