Francesco Furfaro, due lauree da pensionato e una lezione di vita: «La cultura fa la differenza»

Sopra, Francesco Furfaro con le due tesi di laurea, in Scienze storiche e Filosofia.

Il 19 maggio il diploma in Filosofia, a 75 anni, dopo il primo titolo ottenuto in Scienze Storiche nel 2014: «Avrei voluto studiare da giovane ma non ho potuto: ora ho recuperato»

Un applauso lungo una vita, con i giovani in platea a omaggiarlo e lui a sfilare sul palco dell’Aula Magna della Statale per ritirare il diploma di laurea ad anni 75. E non era neppure il primo. Perché Francesco Furfaro di lauree da “studente-pensionato” ne ha prese due, la prima nel 2014.

Una passione per lo studio che affonda le radici in una mancanza, un rimpianto. «Avrei voluto frequentare l’università, ma le condizioni di salute di mio padre mi hanno spinto ad abbandonare quei progetti e a diplomarmi come perito industriale elettrotecnico, per poi trasferirmi a Milano. Ho provato a iscrivermi al corso di Biologia qualche anno più tardi, ma il lavoro e le lotte studentesche mi hanno fatto desistere. Però ho sempre pensato di recuperare una volta in pensione». E così è stato. Prima la scelta di optare per Scienze politiche, lo stesso percorso affrontato con successo dalla figlia, poi quella di virare su Scienze storiche, anche in virtù dell’intervento di un docente che poi lo avrebbe accompagnato fino all’ultimo atto, da relatore della sua tesi.

La tesi di laurea sulla ‘ndrangheta con Nando Dalla Chiesa

Un docente dal cognome altisonante. «È stato Nando Dalla Chiesa a suggerirmi di cambiare – racconta – e poi con lui ho preparato il mio elaborato finale sulla ‘ndrangheta al Nord. Io sono nato e cresciuto a Rosarno, in Calabria, e fin da piccolo ho rifiutato quell’idea di vivere una vita dettata dagli altri. Dalla Chiesa aveva la cattedra di “Sociologia della criminalità organizzata” ed è stato ovviamente molto stimolante lavorare con una persona come lui, con la sua storia, al mio progetto che aveva come obiettivo quello di mostrare a chi lo avrebbe letto come stessero le cose, al Sud come qui. Io la mafia la riconosco a colpo d’occhio, volevo spiegare come fare anche a chi non ci ha vissuto in mezzo».

«Più studi e più hai voglia di imparare»

Dopo storia, ecco Filosofia. Un rilancio in grande stile, sempre con quel faro chiamato conoscenza, istruzione. Sempre con i figli entusiasti e la moglie “rassegnata” ma fiera. «L’uomo che non ha progetti è un uomo morto – scandisce Furfaro – è una sorta di motto per me. Più studi e più hai voglia di imparare, almeno così dovrebbe essere. E se non lo è per i giovani d’oggi, la responsabilità è anche dei genitori che non li stimolano abbastanza, non trasmettono loro la voglia di sapere e di capire». Il 18 aprile la discussione della tesi, il 19 maggio la consegna in pompa magna dalla quale siamo partiti. Il tutto dopo una vita dedicata alla ricerca e allo sviluppo nel settore tessile e sul finire a un’esperienza in proprio di vendita al dettaglio nel ramo dell’abbigliamento.

«Laurearsi a 70 anni tempo perso? No, a questa forse serve anche di più»

Una vita piena, vissuta a ritmi alti e che una volta approdata alla pensione, nel 2005, rischiava di rallentare troppo. «Un’esperienza come la mia, da universitario agée, è una scuola di vita – assicura – ti insegna tante cose, ti dà una cultura che è utile per vivere meglio. E ti dà vita, appunto. Non bisogna aspettare la morte, si deve vivere. Purtroppo in tanti dicono che studiare a 65-70 anni sia “tempo perso”, invece forse serve di più alla mia età». Lezioni al primo banco, insieme ai più maturi della classe, almeno fino al Covid. «La didattica da remoto è stata pesante – rivela – ho quasi pensato di lasciare gli studi. A me piace guardare negli occhi il docente e discutere con lui o lei, così in quegli anni ho dato solo 4 o 5 esami, gli stessi dell’ultimo anno dopo il ritorno in presenza. Ho concluso il percorso anche perché sentivo la responsabilità nei confronti dei ragazzi, mi sono sempre preparato al meglio anche per questo motivo». Responsabilità, altra parola che apprezza parecchio. «La conoscenza è alla base dell’uomo moderno – chiosa – essere preparati e colti ti mette al riparo dal rischio di cadere in qualche tranello, anche politico».  

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Jacopo Casoni
Jacopo Casoni, giornalista professionista, nell’arco della sua carriera si è occupato di tanti temi, dallo sport alla politica, passando per la cronaca e il racconto della città di Milano. Dal 2008 fa parte della redazione di Telenova e dal 2016 collabora anche con testate locali, prima Segrate Oggi e poi il Giornale di Segrate.

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