L’unica filiale rimasta nel quartiere si è spostata da via delle Regioni in via Roma. La Lega attacca: «Le periferie sono solo dei selfie per Micheli e i suoi, almeno si implementino i bus che collegano la frazione al Centro»
Niente operazioni allo sportello e, soprattutto, niente sportello automatico per prelevare contanti. La doccia fredda per i residenti di Redecesio – correntisti e non – è arrivata la scorsa settimana con la comunicazione ufficiale della banca BPM di via delle Regioni, sotto i portici. Da una paio di mesi si sussurrava di un imminente trasferimento della filiale, che in effetti ha salutato Redecesio e da lunedì 22 maggio ha riaperto in via Roma, in Centro. E così i residenti della periferia segratese sono rimasti senza banca e soprattutto senza bancomat, seguendo il destino già vissuto dai “vicini” di Lavanderie, orfani di tutto da qualche anno.
C’è un bancomat all’Esselunga, è vero, ma per gli anziani di Redecesio è comunque fuori mano. E di over 65 a Redecesio ce ne sono parecchi: un quarto dei residenti, che peraltro ammontano a 5mila segratesi (dato al 31 dicembre 2022, ndr). Parliamo del 13,5% della cittadinanza, numeri che fanno del quartiere il terzo più popoloso di Segrate, dopo il Centro e Milano2. Proprio per questo la notizia dell’addio della banca ha fatto il giro del web in un attimo, con i gruppi social che hanno subito commentato con rammarico misto a rabbia. In tanti hanno usato la parola “abbandonati” per descrivere lo stato d’animo. è chiaro che le scelte di un istituto di credito non possono essere influenzate da un sindaco, ma la sensazione di non rappresentare una priorità per l’attuale amministrazione trova solo conferma in uno stillicidio di servizi che i residenti non mancano di evidenziare da tempo, sentendosi l’ultima ruota del carro rispetto a una concezione “Segratecentrica” di Micheli e sodali.
«Che ci sia poca attenzione è un’evidenza – sottolinea Marco Carandina, che oltre a essere il capogruppo della Lega in Consiglio comunale è un residente di Redecesio – ricordiamoci la vicenda dell’asfalto di via Milano: per ottenere un intervento che risolvesse il problema di quella strada groviera ci sono voluti un presidio di cittadini e mesi di insistenze politiche. Questo quartiere ha tanti problemi, non ultimo quello legato alla sicurezza e alla carovana rom che staziona nel parcheggio di Maison du Monde. Il fatto è che Micheli e i suoi si ricordano di Redecesio solo quando devono venire a farsi i selfie nel campo di papaveri salvo poi tagliarli il giorno dopo…».
Un j’accuse in piena regola, che prende spunto dall’ennesimo segnale desolante, quelle saracinesche abbassate e quella banca finita altrove, ma che sottolinea come la questione delle periferie sia un tema vero. E servono quantomeno contromisure da mettere in campo a stretto giro. Perché soprattutto per gli anziani l’assenza di servizi di prossimità, come la banca e l’ufficio postale rappresentano un problema logistico evidente.
«Servono soluzioni per quanto riguarda il trasporto pubblico – afferma Carandina – perché questa tendenza allo sviluppo del Centro obbliga un ripensamento del sistema di collegamenti. Bisogna garantire agli anziani delle periferie di poter raggiungere la zona nella quale si concentrano i servizi. Bisogna implementare le corse degli autobus cittadini, anche nelle ore che non sono quelle di punta». D’altronde se non si possono dettare le strategie di un ente privato, per la politica è un obbligo gestirne le conseguenze ed evitare che quartieri di una città si sentano dimenticati. Specie se non si sta parlando di una metropoli come Milano, ma di una realtà come Segrate. Redecesio chiama, lo fa peraltro via social, canale… privilegiato dal sindaco, e aspetta risposte.
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