Come nasce il giornale, dalle notizie alla stampa

Nella foto, copie del Giornale di Segrate durante la fase di asciugatura dopo la stampa

Parole, immagini, carta e inchiostro. Sono questi gli ingredienti per “cucinare” il giornale, frutto del gioco di squadra tra giornalisti e poligrafici in un processo che, nonostante i progressi della tecnologia, conserva intatta la sua dimensione artigianale. Ma come nasce il giornale? In occasione del nostro centesimo numero, abbiamo fatto visita alla tipografia che da quasi sei anni, fin dalla prima edizione, stampa il Giornale di Segrate. Si tratta di Tipre, importante realtà del settore nel Nord Italia, che opera presso lo stabilimento di Busto Arsizio con una imponente rotativa dove ogni anno “corrono” 20 milioni di copie di quotidiani e periodici tra cui “La Prealpina”.

Prima di addentrarci tra rotative, nastri e bobine facciamo però un passo indietro. Il Giornale di Segrate è un quindicinale, un periodico pubblicato ogni quindici giorni che è anche il periodo di “gestazione” di ogni singola edizione. Tutto nasce dalla redazione, dove le idee e le notizie si trasformano in articoli e quindi in pagine attraverso un apposito sistema informatico di composizione. Non solo testi e immagini, dunque, ma anche titoli, sommari, didascalie che vanno pezzo dopo pezzo a costruire il prodotto che avete tra le mani. Il lavoro della redazione finisce la sera precedente il giorno di uscita del giornale, quando la palla – o meglio dire, la pagina – passa alla tipografia.

Questo slideshow richiede JavaScript.

«Appena riceviamo i file pronti dalla redazione i nostri tecnici per prima cosa li lavorano con appositi programmi per accoppiare correttamente le pagine a formare il foglio di stampa, “pulire” le immagini e calibrare correttamente i colori – spiega Davide Ferrario, direttore di Tipre – il passaggio successivo è la realizzazione delle lastre, che sono in pratica le matrici di stampa: si tratta di fogli in alluminio ricoperti da una sorta di gelatina fotosensibile che sono incise da un laser». Nel caso del nostro giornale, le lastre sono generalmente 32, visto che ciascuna contiene due pagine e che la stampa avviene in quattro colori – blu, rosso, nero e giallo – che mescolandosi vanno a formare tutti gli altri. «Le lastre incise passano attraverso una sviluppatrice che lava via la gelatina che resta soltanto in corrispondenza dei testi e delle immagini – continua Ferrario – questi elementi così prodotti entrano poi nella rotativa, che nel nostro caso ha tre torri a quattro piani, uno per colore, e qui inizia il processo di stampa vero e proprio». È quel momento cristallizzato nel celebre film “L’ultima minaccia”, quando Humphrey Bogart pronuncia la leggendaria frase “È la stampa bellezza, e non ci puoi fare niente!”, dando l’ordine di far partire le rotative. Pur con meno… pathos, è ciò che avviene per ogni giornale che esce da una tipografia. «Sì – conferma Ferrario – si può dire usando una metafora che quando il treno parte non si ferma più ed è un viaggio molto breve dato che la nostra macchina è in grado di stampare 70mila copie in un’ora se spinta alla massima capacità: non c’è margine di errore anche perché le tempistiche devono essere rispettate».

È così che dalle bobine da una tonnellata e mezza, pari a 15km di carta, si arriva al prodotto pronto per la distribuzione. «La carta passa in verticale tra due rulli ricoperti di telo gommato – spiega il responsabile del centro stampa – le lastre vengono inchiostrate e trasferiscono l’inchiostri sui teli e da lì sulla carta, il nastro di giornali continuo che esce della torre della rotativa entra quindi in una macchina che lo piega e unisce le sequenze formando così il giornale che viene “appeso” con delle mollette per l’asciugatura pronto per l’impacchettatrice e quindi per il trasporto».

Tutto questo procedimento, dall’invio delle pagine in tipografia all’arrivo dei giornali sui bancali, avviene in tarda serata e occupa non più di una mezz’ora grazie all’efficienza delle macchine e la competenza dei poligrafici. I giornali stampati sono poi trasportati presso il distributore, che da diversi anni è la CSD di Cassina de’ Pecchi, che si occupa di recapitarli negli oltre 150 punti di distribuzione a Segrate dalle 8 di mattina. È così che il Giornale di Segrate arriva ai lettori, con i suoi contenuti e le inserzioni di clienti e sponsor che ci permettono di stamparlo e portarlo fino a voi, per sfogliarlo e “sporcarsi le mani” con l’inchiostro in un’abitudine, quella della lettura sulla carta, che siamo convinti abbia ancora un grande futuro davanti a sé. Magari distogliendo lo sguardo per qualche minuto dallo smartphone.

Be the first to comment on "Come nasce il giornale, dalle notizie alla stampa"

Rispondi