L’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil. «È un diritto, deve essere garantito», dicono i sindacati. Volontari formati aiutano i cittadini con i moduli da inoltrare all’Asst
Una visita nei tempi stabiliti dalla ricetta del medico curante, al netto di quelle liste d’attesa che sembrano infinite o giù di lì anche di fronte al carattere d’urgenza. È un diritto, sancito da normative regionali che troppo spesso vengono disattese.
Dopo le sperimentazioni nel lodigiano e non solo, anche in Martesana è partito il nuovo servizio garantito da Cgil, Cisl e Uil. Uno sportello che fornisce un supporto gratuito per far valere questo diritto al paziente “rimandato” dal sistema sanitario. A Segrate è attivo presso le sedi dello Spi-Cgil in via 25 Aprile e della Fnp-Cisl in via Conte Suardi: il venerdì mattina (9-12) nel primo caso, il mercoledì dalle 9.30 alle 12.30 su appuntamento (02.26922217 e fnpsegrate@cisl.it) nel secondo.
Per semplificare e sintetizzare, i sindacati aiutano gli interessati a compilare il documento con il quale si segnala ad Asst e ad Ats per conoscenza che la visita è stata fissata oltre i termini previsti. «Finora, nel giro di qualche giorno i cittadini sono stati contattati per rifissare l’appuntamento in strutture private accreditate al costo del ticket o gratuitamente – spiega Angelo Lavagnini, coordinatore di Fnp-Cisl in Martesana – e lo stesso procedimento può essere avviato nei casi in cui non sia garantita una dimissione protetta, con medicazioni o riabilitazione programmate dalla struttura nella quale il paziente era ricoverato». Il servizio per ora è stato aperto a Segrate e Melzo, per quanto riguarda la Cisl, con tre volontari formati per questo compito, ma sono già arrivate richieste da Trezzo e Vaprio per prevedere spazi anche lì. La Cgil segratese per ora ha messo in campo una figura. «Ma siamo a disposizione qualora la richiesta fosse superiore alle forze attuali – dice Lavagnini – anche se finora non si registrano code agli sportelli».
È la risposta a un problema atavico della sanità e di quella lombarda in particolare. «Ci sono persone che non si curano perché non possono permettersi visite in ambito privato e non sanno di poter pretendere che il servizio venga erogato dal sistema sanitario – spiega Angelo Golin, segretario dello Spi-Cgil di Segrate – e questo non è possibile, serve una vera sanità pubblica e universale. Le liste d’attesa in Lombardia sono assurde, non si danno risposte né a livello di prevenzione né a livello di cure non ospedaliere». E le segnalazioni sono sempre più frequenti e inquietanti. «Si è rivolto a noi un pensionato che deve far fronte a un problema a un ginocchio per il quale gli sono state prescritte tre punture – racconta Golin – ciascuna delle quali costa 178 euro perché deve rivolgersi al privato, causa liste d’attesa esagerate nel pubblico». Serve un cambio di passo e questo servizio, che i sindacati puntano a far conoscere in questa prima fase, dà una risposta primaria alle esigenze dei cittadini, specie gli anziani, rispetto a questo tema caldo.
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