La statua rifiutata, è segratese una delle figlie dell’artista: «Ora a Palazzo Madama, poi vedremo»

L’opera “Dal latte materno veniamo” di Vera Omodeo che la famiglia vuole donare al Comune di Milano

Parla una delle figlie di Vera Omodeo, autrice della statua di bronzo a cui il Comune di Milano ha detto no.

Il caso della statua sulla maternità, rifiutata dal Comune di Milano, ha un risvolto segratese. Perché una delle figlie dell’artista che ha realizzato l’opera, Vera Omodeo, abita a Segrate. Ma partiamo dall’inizio a riassumiamo la vicenda, se qualcuno se la fosse persa.

Il caso diventato nazionale

Il caso è scoppiato qualche giorno fa quando la famiglia della scultrice si è vista bocciare dal Comune di Milano la richiesta di donare un’opera della madre, scomparsa da poco, per essere esposta in una piazza cittadina. L’opera in questione, una scultura in bronzo ad altezza naturale, ritrae una giovane donna che allatta un neonato. Il titolo è esplicativo: “Dal latte materno veniamo”.  La commissione tecnica del Comune però, chiamata a valutare l’opera e decidere in merito al suo posizionamento, ha sentenziato: “La scultura rappresenta valori rispettabili ma non universalmente condivisibili da tutte le cittadine e i cittadini, ragion per cui non viene dato parere favorevole all’inserimento in uno spazio condiviso”. Una motivazione che ha lasciato basiti i figli dell’artista, in particolare le quattro femmine, tra le quali c’è la segratese Novella OmodeoSalè (nella foto sotto con la madre).

La figlia: «Basita dalle motivazioni»

«La motivazione ci ha lasciati senza parole – commenta amareggiata – sarebbe stato diverso se ci avessero detto che la statua non meritava, l’avremmo anche accettato, ma dire che non rappresenta valori universali davvero ha dell’incredibile. Quale sensibilità potrebbe mai urtare?». In merito al valore artistico, si è espresso anche il critico Vittorio Sgarbi, che ha promosso a pieni voti l’opera. “L’iconografia della madre che allatta è trasversale a tutta la storia dell’arte – ha detto – che questo valore sia da respingere riguarda solo la mancanza di sensibilità da parte di chi si trova a decidere su questo tema”.

Sala e la proposta della Mangiagalli

Persino il sindaco Sala si è dissociato dalla decisione della commissione tecnica e ha proposto di collocare la statua all’interno della Clinica Mangiagalli. Una soluzione però che alla famiglia non sembra adeguata: «Non crediamo sia la cosa giusta – commenta la figlia Novella – pensiamo sia preferibile un luogo pubblico, di passaggio, in un contesto aperto».

“In trasferta” a Palazzo Madama

Intanto, in attesa che il Sindaco e la giunta decidano dove collocarla, l’opera dovrebbe andare a Roma. A lanciare la proposta di esporla, per qualche settimana, a Palazzo Madama è stato il presidente del Senato, Ignazio La Russa con l’avallo del PD. «Ne siamo onorati – ha commenta la figlia Novella – e confidiamo che dopo questa trasferta si possa trovare una giusta collocazione nella città della mamma, Milano. Nostra madre sarebbe stata onorata di tutto questo clamore e ammirazione per la sua opera. Ma di sicuro, come noi, sono sicura non avrebbe voluto alimentare nessuna  polemica». 

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