“Lavanderie non è un quartiere di serie B”: i residenti fanno squadra

Alcuni dei partecipanti all’assemblea pubblica dello scorso 12 maggio

Oltre 50 abitanti si sono ritrovati in una assemblea spontanea in via borioli

Un’assemblea pubblica, un canale Telegram che conta già 80 iscritti, dei referenti per ciascuna delle zone di Lavanderie, dalle villette al quadrato, passando per via Radaelli e via Regina Teodolinda. E la voglia di strutturarsi, magari come comitato, confrontandosi con chi questo percorso lo ha già intrapreso in altre frazioni, come “Le Voci del Villaggio Ambrosiano.

Tutto nasce da un annuncio affisso sui cancelli dei condomìni e nei luoghi più frequentati del quartiere; un tentativo di radunare i residenti per raccogliere le istanze e sondare il terreno. Domenica 12 maggio, in tarda mattinata, sono stati più di 50 i cittadini che hanno risposto all’appello dei promotori. «A muoverci siamo stati noi di via Borioli – spiega Anna Rho – perché ciò che accade al campo di calcio, ormai stadio designato di una sorta di Coppa America made in Segrate, e i vandalismi sulle auto parcheggiate lì accanto (vicende slegate, ma che insistono in un’unica area, ndr) hanno creato un’urgenza che abbiamo voluto condividere con chi abita a Lavanderie». Durante l’incontro sono stati sollevati altri temi, dalla presenza di soggetti che hanno creato problematiche di sicurezza nelle ore notturne ai furti in appartamento.

La promotrice Anna Rho: «Chiediamo considerazione e tutela in tema di sicurezza e non solo»

Il punto di partenza è stata appunto la sicurezza, ma non ci si è limitati a questo. «Area fitness e campo di calcio sono potenzialità interessanti, ma devono esserci le condizioni perché siano accessibili e fruibili senza che vengano monopolizzate da qualcuno – insiste Rho – e c’è un problema di illuminazione della zona da risolvere. Abbiamo avvertito la necessità di coinvolgere gli abitanti per far sentire la nostra esigenza di essere considerati e rassicurati dall’amministrazione comunale. Ci sentiamo la Cenerentola di Segrate e non vogliamo essere trattati come un quartiere dormitorio».

“La nostra Lavanderie”, questo il nome scelto per il canale Telegram che ha dato il via al progetto, chiede maggior attenzione su più fronti, insomma, con l’obiettivo di rendere vivo un quartiere troppo spesso confinato ai margini dei pensieri di chi governa la città. «L’alta adesione che abbiamo registrato e che contiamo aumenti ulteriormente – sostiene Rho – è la dimostrazione che la gente sente la necessità di essere coinvolta e il bisogno di aggregazione. Il Comune deve prendere atto dei nostri disagi, l’idea del comitato è nata per avere la possibilità di farci ascoltare».

Quelle due ore sotto i tigli accanto al campo sportivo sono state il punto di partenza, c’è già un appuntamento di massima da qui a qualche settimana per definire con maggior precisione le modalità di questa pressione da esercitare sulla giunta Micheli per ottenere risposte. E anche per verificare le questioni burocratiche, per così dire, in vista di un futuro comitato formalmente costituito. «A breve incontreremo alcuni membri del soggetto che rappresenta il Villaggio – rivela Rho – siamo in una fase di studio e vogliamo capire meglio come muoverci». Ma una futura sinergia tra realtà di diversi quartieri non è affatto esclusa. «Sappiamo che l’unione fa la forza – afferma la rappresentante del canale “La nostra Lavanderie” – l’idea di fare rete è buona e da approfondire, ovviamente cercando di individuare tematiche comuni e mantenendo le peculiarità di ciascuna frazione».

Le ultime novità, come la sperimentazione dello sfalcio ridotto proprio tra Lavanderie e Redecesio, «guarda caso non a Segrate Centro», commenta Rho, così come i tagli alle corse dei bus che coinvolgono quella periferia segratese, confermano la sensazione di essere considerati di “serie B” da chi prende le decisioni e dovrebbe organizzare iniziative per rendere più vivo il quartiere. Sicurezza e non solo, insomma: una visione diversa di Lavanderie, una vera svolta.

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