Forno Paradiso, il gusto di Napoli lievita a Segrate: «Qualità al giusto prezzo»

A Segrate una realtà che “esporta” i prodotti iconici di pasticceria e panificazione partenopee. Laboratorio da oltre 1.000 mq e punto vendita in via Fontana, ma il piano  è crescere a Milano e anche all’estero

Da Napoli a Segrate con vista Milano. E l’ambizione di andare anche oltre confine. È in via Fontana (ex via Tiepolo) la culla di Forno Paradiso, start-up del settore bakery che dalla scorsa estate… lievita in città. L’obiettivo? «Portare i prodotti iconici della pasticceria e della panificazione partenopea fuori da Napoli, puntando alla qualità ma con un approccio fresco e inclusivo, anche nel prezzo», dice Carlo Di Napoli, giovane amministratore delegato dell’azienda, un background nella finanza e nella gestione patrimoniale e solide radici campane, nonostante una vita da globetrotter tra Stati Uniti, Regno Unito e Milano. 

Da sinistra Andrea Ghisolfi, direttore operativo, e l’amministratore delegato di Forno Paradiso Carlo Di Napoli

«Negli ultimi tempi l’alta pasticceria classica si è focalizzata sul segmento luxury, appiattendosi su format stranieri con ambienti esclusivi e prezzi alti – spiega – la nostra idea è invece che l’eccellenza possa essere accessibile a tutti con quell’accoglienza tipica della mia città, Napoli, policentrica e dove “miseria e nobiltà” convivono. Ciascuno dei prodotti della tradizione ha una storia particolare che mi piacerebbe raccontare – spiega Di Napoli – sapete che la caprese al cioccolato è nata per un errore del pasticcere Carmine Di Fiore nella preparazione di una torta commissionata niente meno che da Al Capone?». 

Per concretizzare l’idea di Forno Paradiso c’è un laboratorio di oltre 1.000 mq dove lavora una squadra di pasticcieri («Sono tutti allievi di una delle più grandi scuole di pasticceria campane», dice l’ad) per sfornare sfogliatelle, babà, zeppole, graffe, pastiera, caprese ma anche pane cafone, pizza nel ruoto e torte personalizzate, su ordinazione (anche vegane) per qualsiasi ricorrenza o cerimonia. Ma non solo. Sono già in lavorazione i panettoni artigianali, che “sfidano” i concorrenti meneghini anche sul loro terreno. 

Il polo produttivo è affiancato da un negozio dove è possibile acquistare i prodotti e fermarsi per colazioni, pranzi (c’è anche una formula dedicata alle aziende con menù a prezzo fisso) e aperitivi. Un “factory store”, quello segratese, che sarà presto affiancato da una pasticceria nel capoluogo. «Apriremo a breve nella zona centrale di Milano – spiega il direttore operativo Andrea Ghisolfi, già manager di note catene di food retail – Segrate ha una posizione strategica e l’abbiamo scelta come base anche perché forniamo diversi ristoranti metropolitani. Puntiamo però a far conoscere il punto vendita ai segratesi che invitiamo a venire a scoprire… a chilometro zero i nostri prodotti». 

Una particolarità di Forno Paradiso, che ha scelto di rappresentare il suo brand con una reinterpretazione di effigi e colori borbonici («Perché Paradiso? È un nome evocativo ed è molto simile in diverse lingue del mondo», dice Di Napoli), è il controllo di tutta la filiera, dalla scelta delle materie prime al packaging. «In questo modo possiamo seguire tutto il processo produttivo, non cercavamo di rivendere copie dell’originale ma prodotti nostri, tanto è vero che le ricette sono state create per noi da un maestro pasticcere napoletano», sottolinea Ghisolfi.

Una curiosità: anche il caffè è artigianale. «È una miscela 80% arabica e 20% centroamericana robusta scelta da noi, con tostatura tradizionale napoletana che permette di sprigionare tutti gli aromi e gli oli essenziali – dice il manager – l’abbiamo abbinata qui in negozio a Segrate a una macchina a leva napoletana e abbiamo fatto una scelta controcorrente, il prezzo del caffè è di 1 euro. E da noi si serve sempre un bicchiere d’acqua con qualsiasi ordine». Come a Napoli, appunto.

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