Emoscambio, l’enigma dei murales “virali” che portavano a Segrate

Nella foto, una delle enormi scritte apparse dagli anni ‘70 su ponti, strade, viadotti e cascine

La surreale vicenda, tra anni settanta e novanta, di un movimento tanto bizzarro quanto irriverente nato a San Felice

Segrate ci regala storie che definire singolari è un eufemismo. E anche questa non vi lascerà indifferenti. La vicenda, agée ma non troppo, è quasi del tutto dimenticata. Anche se quelle immagini sbiadite ancora presenti su e giù per l’Italia saranno rimaste nella memoria di molti. Erano i primi anni ‘70 quando apparvero sui muri di ponti, autostrade, strade statali, viadotti, cascine e case abbandonate, soprattutto nel Nord Italia, scritte enormi e misteriose accompagnate da un numero di telefono: Emoscambio, con la E sostituita dalla diciottesima lettera dell’alfabeto greco, Sigma, e un numero a cui rispondeva una segreteria telefonica. Le scritte erano attribuibili a un gruppo fondato da un imprenditore tessile, Vito Cosmaj, patron di un autoproclamato “Istituto Italiano di Fisiologia”, da cui derivava il “Centro studi emodinamismo”. 

Ma che cosa c’entra Segrate? Quel numero pitturato con vernice bianca era registrato a un’utenza di San Felice, dove Cosmaj viveva. E dove aveva sede Emoscambio. Contattando quel numero, come molti fecero in quegli anni spinti dalla curiosità, rispondeva un messaggio automatico che presentava l’Istituto con una breve descrizione della tecnica di emoscambio, che prometteva protezione dalle malattie.

La vicenda all’epoca attirò tuttavia l’attenzione dei giornali. Nel 1975, il Corriere della Sera scriveva: “Emoscambio è la parola d’ordine, lo slogan e il credo di Vito Cosmaj, fondatore e sacerdote dell’emodinamismo: pratica di vita che oscilla tra una scienza dai riflessi stregoneschi e una filosofia che strizza l’occhio non tanto alla supremazia quanto alla selezione della razza” Cosmaj teorizzava nelle interviste che ai maschi mancasse “un patrimonio di cellule e anticorpi che invece possiedono le femmine, e viceversa”, per cui “io do un po’ di sangue a te; tu dai un po’ di sangue a me, e vivremo entrambi in eterno, felici e contenti”.

Un articolo apparso su un settimanale dell’epoca

Il caso fu oggetto addirittura di un’interrogazione parlamentare presentata nel 1973 dal deputato democristiano Mario Gargano, in cui si chiedeva se fosse opportuno investigare l’ente per vilipendio della religione. Il governo spiegò che Emoscambio risultava nato nel 1971 per diffondere la pratica dello scambio del sangue e che Cosmaj era già in attesa di processo a seguito del sequestro di volantini nei quali l’associazione promuoveva invettive contro la Chiesa e faceva riferimento a uno dei tre libri di Cosmaj, “Il Vangelo secondo Vito Cosmaj” (gli altri due erano: “Fisiologia Universale” e “T.A.F. – Tecnologia dell’Amplesso Fisiologico”, ndr), raccolta di oltre 300 aforismi che l’Istituto avrebbe inviato a chi avesse spedito non meno di 10.000 lire a un indirizzo postale di Linate.

Dal settembre 1971 l’appartamento di Cosmaj a San Felice era diventato la sede dell’Istituto Italiano di Fisiologia. Si trattava di una taverna dove per quasi trent’anni si tennero conferenze di cui si possono trovare testimonianze sul web. Il movimento si esaurì nella seconda metà degli anni ‘80, per estinguersi poi con la morte di Cosmaj, il 2 febbraio 1999, a soli 61 anni. 

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