In anticipo di decenni rispetto alla concezione attuale della città, Milano 2, nasce da un’idea visionaria: vivere praticamente attaccati a Milano, ma in un modo diverso, più sano e più a misura di famiglia. La cittadella ideale, quella immaginata da Silvio Berlusconi, con appartamenti di pregio, cablati e proiettati nel futuro, il residence di lusso, negozi e tutti i servizi annessi. Sono passati più di 50 anni e il progetto nella sua interezza resta ancora super innovativo. Il quartiere venne progettato per offrire un’alternativa agli standard abitativi cittadini (e non solo) dell’epoca e continua a rappresentare un esempio di pianificazione urbana orientata al benessere dei residenti, con una forte attenzione agli spazi verdi e ai servizi integrati.
Un parco da 350mila mq
Composta da 28 residenze, ciascuna rappresentata da un delegato comprensoriale e immerso in oltre 350.000 metri quadrati di parco privato (pari circa a 40 mq a persona) di cui solo il 10% destinato agli edifici, nel quale si trovano anche un circolo sportivo, un albergo, un residence, un centro religioso cattolico, un centro civico, vari complessi scolastici e zone gioco dedicate a bambini e ragazzi, possiede il pregio di essere stata concepita controcorrente per gli standard dell’epoca che prevedevano la massima cementificazione dei territori a discapito della qualità di vita degli abitanti. Riccardo Assi, titolare della Clem Immobiliare, vive a Milano 2 dal 1975 e, come tantissimi degli abitanti storici, il quartiere non l’ha mai lasciato.

Nella foto sopra, uno dei ponti che collegano le residenze a tutti i servizi del quartiere senza dover mai “incontrare” il traffico automobilistico
Ristrutturazioni “light”
«Per deformazione professionale, sono portato a guardare al successo o meno di un quartiere anche dal numero di appartamenti che vengono messi in vendita ogni anno e, a Milano 2 la percentuale è sempre stata molto bassa», riflette Assi. In effetti una delle caratteristiche, in ambito immobiliare, degli appartamenti in vendita a Milano2 è la voce “da ristrutturare”: spesso si tratta di appartamenti che richiedono una totale ristrutturazione, ma in molti casi sono sufficienti pochi lavori per rendere l’immobile pronto per essere abitato da subito. Per chi sceglie di vivere a Milano 2 arrivando dal capoluogo, il costo di un immobile da ristrutturare risulta comunque molto appetibile, in quanto i valori sono in media 3.500 euro al mq.
Il Centro direzionale: tra uffici e università
Uno tra gli aspetti forse più lungimiranti del quartiere è certamente il Centro direzionale. Si tratta di un complesso che sorge nel cuore di Milano 2, pensato per dare la possibilità ai residenti di lavorare a “chilometro zero ”. «In effetti del Centro direzionale si parla sempre troppo poco – continua Riccardo Assi – Berlusconi pensò di inserire un complesso di edifici dedicati a ospitare uffici anche per dare la possibilità ai professionisti e agli imprenditori che vivevano nel quartiere di avere un posto di lavoro raggiungibile a piedi. Recentemente abbiamo spostato la sede della Clem proprio in uno degli edifici di questo complesso, a Palazzo Verrocchio. Proprio per essere in una struttura moderna, con ampi spazi, in un contesto popolato dai studenti dell’Università San Raffaele che regalano al quartiere una ritrovata vivacità».
Enrico Hoffer: «Verde, architettura e viabilità a Milano2: una visione sempre attuale»
Realizzato tra il 1969 ed il 1979, Milano 2 possiede ancora la memoria storica dell’architetto Enrico Hoffer, che ha scelto di vivere nel quartiere che ha contribuito a realizzare. Insieme a lui c’era il team di architetti formato da Giancarlo Ragazzi, Giuseppe Marvelli, Antonio D’Adamo e Giulio Possa.
Perché Milano 2 è ancora oggi così attuale?
«I motivi sono essenzialmente due. Il primo è l’ambiente esterno, dal paesaggio caratterizzato dalla qualità del verde, dall’insieme di elementi armonizzati tra di loro quali i percorsi sinuosi, le leggere ondulazioni del terreno, gli specchi d’acqua, l’arredo urbano. L’ ambiente esterno e le architetture degli edifici si integrano e si valorizzano reciprocamente. Il secondo riguarda gli edifici residenziali, di concezione moderna , con i balconi che per le loro dimensioni sono veri e propri soggiorni all’aperto. Ma la modernità è arricchita dai forti richiami alla tradizione per le forme, i colori e i materiali: una sintesi felice che ispira una sensazione “amichevole” a chi ci abita».
Quale è la caratteristica più avveniristica pensata all’ epoca?
«Dire avveniristica mi pare eccessivo, direi piuttosto innovativa. Si tratta, secondo me, del particolare sistema che fu concepito per la viabilità del quartiere: separata per auto, pedoni e ciclisti. A questo scopo le strade veicolari principali sono ribassate di due metri rispetto al territorio generale e, come un fiume, sono attraversate da nove ponti che, oltre a rappresentare una immagine caratteristica del quartiere, consentono a pedoni e ciclisti l’attraversamento al sicuro dal traffico veicolare: l’ ideale soprattutto per i bambini».
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