Oltre le sbarre, il carcere tra punizione e riscatto. Così la giustizia “ripara”

Cosima Buccoliero, direttore della Casa Circondariale di Monza. È stata vicedirettrice della Casa di reclusione di Opera

Dialogo sulla giustizia ripartiva con voci autorevoli, sabato 7 giugno al Verdi

Sabato 7 giugno alle 16.30, presso il Centro civico Giuseppe Verdi,si terrà uno degli appuntamenti centrali della seconda edizione della rassegna “Intersezioni”, organizzata dalla Biblioteca di Segrate. “Ripensare il carcere: dialoghi sulla giustizia riparativa” è il titolo della serata, un confronto aperto su un tema urgente del nostro tempo.

Protagonisti dell’incontro tre voci autorevoli ed eterogenee che offriranno uno sguardo competente sul mondo penitenziario e sulle alternative possibili alla mera punizione: Mauro Pescio, autore e voce narrante del fortunato podcast “Io ero il milanese”, che racconta dall’interno la vita di un detenuto condannato all’ergastolo; Cosima Buccoliero, già direttrice del carcere di Bollate ora alla guida della Casa circondariale di Monza, figura simbolo di un approccio innovativo alla detenzione, fondato sulla responsabilizzazione e il reinserimento; don Claudio Burgio, cappellano del carcere minorile Beccaria e fondatore della comunità Kayros, impegnata nel recupero di minori in conflitto con la legge.

Attraverso i loro racconti e riflessioni il pubblico sarà guidato in un’esplorazione critica del sistema carcerario italiano, tra limiti strutturali, nuove sensibilità e il bisogno crescente di una giustizia che sappia anche riparare le conseguenze dei gesti dei condannati, non solo punire.

«Il carcere va raccontato perché appartiene alla società, è un servizio pubblico tra i più costosi ma tra i meno conosciuti dai cittadini – spiega Cosima Buccoliero al Giornale di Segrate – pensare al carcere solo come a un luogo che debba rimanere chiuso, che non fa uscire le persone nella paura che possano reiterare i loro reati, è un’idea limitata e limitante. Certo, il carcere deve esse anche quello ma non solo: deve essere un luogo dignitoso e abilitante dove il carcerato non si senta trasformato in vittima e dove possa fare esperienza, pratica, trovare delle opportunità che spesso che non ha mai avuto quando era un uomo libero. Solo partendo da qui il condannato può riflettere sulle sue responsabilità e cominciare un percorso di riparazione verso le sue vittime e la società. Il nostro compito è creare le condizioni perché ciò possa avvenire».

L’iniziativa è rivolta a chi desidera comprendere meglio che cosa significhi oggi “fare giustizia” e come la società possa contribuire a ricostruire legami e responsabilità là dove sono stati spezzati. L’appuntamento (ingresso libero) fa parte del calendario di “Intersezioni”, che proseguirà il 14 giugno alle 16.30 con il dibattito “USA al bivio: oligarchia o democrazia?” con Mario Del Pero e Diego Canaletti.

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