Milano 2, sempre più negozi abbassano la saracinesca. “Siano i residenti a farli riaprire”

Negozi chiusi nella zona Sud di Milano 2

Saracinesche abbassate, vetrine spente, cartelli di “Affittasi” o “Vendesi” in mezzo a pochi negozi ancora attivi: questo il desolante panorama che si incontra camminando sotto i portici della zona sud di Milano 2, tra le residenze nate con un piano terreno concepito per ospitare attività commerciali che, con il tempo, sono diventate sempre più rare. In alcuni casi le vetrine sono state oscurate e i negozi sono stati trasformati in uffici, studi o showroom; in altri invece sono rimasti semplicemente sfitti. Nel corso del tempo la parte “vitale” del quartiere si è condensata nella zona nord, vicino all’Ospedale San Raffaele, mentre a sud sopravvivono solo alcuni esercizi storici, come la macelleria, presente nel quartiere da quattro decenni, agenzie immobiliari, parrucchieri.

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LA PROPOSTA CHOC DI UN RESIDENTE DEL QUARTIERE

Ma decisamente di più sono le attività che negli ultimi anni hanno chiuso i battenti: centri estetici, bar, edicole e, ultimo in ordine di tempo, il negozio di articoli e toelettatura per animali. Un caso emblematico che dice molto del quartiere ad altissima concentrazione di animali domestici, ma basso desiderio di servirsi nel negozio sotto casa. Saranno i prezzi dei prodotti in vendita? Gli affitti troppo alti? I residenti si interrogano su quello che pare un trend inarrestabile e lanciano, via social e non solo, le proprie personali ricette. Quella più audace è venuta a uno storico abitante del quartiere, Pasquale Dellisanti, ingegnere in pensione che da qualche anno presta il proprio aiuto volontario alle attività del Comprensorio. «Ho riflettuto su come aiutare i negozi di Milano 2 che rappresentano un patrimonio per tutti gli abitanti – ci spiega. La mia idea è quella di costituire una cordata di residenti che si impegnino ad acquistare i negozi per poi affittarli a prezzi calmierati. Abbiamo già avuto un incontro con il Fondo Mario Negri che è proprietario di circa l’80% delle attività commerciali e valuterebbero una nostra proposta. Non sarebbe una operazione a scopo di lucro – precisa – ma un modo per rivitalizzare il quartiere. D’altra parte – continua – qualcosa di simile è già stato fatto con lo Sporting quando è diventato una associazione i cui soci sono proprietari di quote. Sarebbe bello se anche per i negozi ogni residente potesse partecipare acquistandone una quota-parte». Una proposta shock che vuole prendere di petto un problema sentito da tutti i residenti, preoccupati di veder trasformare il proprio quartiere in un dormitorio. Tanto sentito che in decine hanno risposto all’appello di un residente lanciato sulla pagina social di Milano 2 in cui chiede consigli su quale attività aprire in un negozio appena acquistato. Fioccano le più svariate proposte: dalla ludoteca all’agenzia di viaggi, dal calzolaio al centro di chirurgia estetica. Tutti esprimono comunque entusiasmo per l’iniziativa, qualunque essa sia.

MODIFCHE AL REGOLAMENTO CONDOMINIALE: ALCUNI RESIDENTI PENSANO A UNA RACCOLTA FIRME

Stesso entusiasmo dimostrato pochi giorni fa all’apertura del punto vendita “Viaggiator Goloso” che ha sostituito lo storico supermercato Unes. Peccato che nei giorni successivi c’era già chi si lamentava: i carrelli erano parcheggiati fuori dal negozio violando le rigide regole comprensoriali e infatti poche ore dopo la solerte amministrazione ne pretendeva la rimozione. Un regolamento che tutela il decoro e la tranquillità di Milano 2, ma che penalizza i commercianti e le loro attività promozionali.
E se allora il problema fosse questo? Su Facebook qualcuno propone una raccolta di firme, qualcuno ricorda che per cambiarlo occorrerebbe una assemblea plenaria dei residenti, praticamente una impresa impossibile. E la questione negozi resta un dilemma aperto, fino alla prossima chiusura.

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