L’obiettivo dichiarato è quello di incassare un impegno, o quantomeno una dichiarazione d’intenti, «entro il 2019». Il sindaco PaoloMicheli lavora a questo, a un’espressione formale della volontà politica di prevedere il prolungamento della M4 da Linate a Segrate, puntando addirittura alla doppia fermata, Mondadori e Westfield. «Lo studio di fattibilità (completato da MM e finanziato dal colosso dei centri commerciali, ndr) è ancora riservato – rivela il primo cittadino – manca appunto la seconda parte, che spetta alla politica. Sono ottimista: la sensazione è che ci sia la consapevolezza che si tratti di un’opera d’interesse generale, non solo segratese dato che andrebbe a migliorare la mobilità di tutto l’Est milanese e conseguentemente anche la vita dei residenti».
C’è fiducia, insomma, nonostante l’attuale quadro economico suggerisca piuttosto prudenza, per usare un eufemismo. Il più costoso dei cinque scenari individuati dallo studio di fattibilità, quello appunto che rappresenta l’obiettivo di Micheli, richiede un investimento di oltre 400 milioni di euro. «I fondi andranno ricercati a livello non solo statale ma anche europeo – spiega Micheli – però credo che le opportunità ci siano, perché sono previsti interventi per promuovere questo tipo di infrastrutture. E nel nostro caso, stiamo parlando del collegamento tra l’aeroporto e la rete del ferro, quacosa di altamente strategico. Ma in questo momento è importante arrivare a una decisione politica, per poi avviare la fase eseutiva del progetto e rintracciare le risorse». Insiste sulla necessità di avere una sorta di accordo, un via libera che però non “blinderebbe” il risultato, sempre legato alla questione dei fondi. Ricordiamo che il trasporto pubblico lombardo ha appena subìto un taglio di oltre 50 milioni, sforbiciata che rischia di sacrificare il capitolo investimenti sull’altare del mantenimento dell’attuale servizio.
E poi c’è da fare i conti con le priorità stabilite da Milano, che sulla partita delle metropolitane ha comunque l’ultima parola. Il Corriere della Sera in edicola martedì 16 aprile ha proposto un’analisi della situazione, ipotizzando prolungamenti complessivi per 92,4 chilometri, inserendo nel piano di Palazo Marino anche l’idea della “blu” a Segrate. In realtà, quest’ultimo intervento risulta tra quelli “allo studio” e nel pezzo si parla di un dossier che guarda addirittura al 2050, anche in virtù dei lavori ancora da completare e da quelli già finanziati (M5 fino a Monza e linea rossa fino a Baggio-Olmi, da ultimare non prima del 2027).
Non solo. Il Giornale di Segrate, nell’edizione del 5 dicembre 2018, aveva sondato il terreno con l’assessore milanese competente, Marco Granelli, che si era espresso in maniera chiara. «L’idea della funivia è interessante – aveva detto – Nel 2021 aprirà la stazione Linate della M4 e Westfield punta a fare altrettanto, credo che si debba lavorare avendo quell’orizzonte e un’opera come il prolungamento della metropolitana, a parte i costi, prevede tempistiche ben più lunghe». Milano “vota” per l’ovovia sospesa sull’Idroscalo, dunque, e non risultano cambi di rotta, almeno al momento. Una scelta affascinante, ma soprattutto low cost: 20 milioni a fronte dei 400 per la M4. «Per quanto ci riguarda l’unica soluzione è quella della metropolitana ed è su questa che continueremo a concentrarci», taglia corto Micheli. Ma il timore che filtra da via 1° Maggio è che qualora si opti per la funivia, l’iter per la M4 a Segrate possa finire in soffitta.
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