Acido al posto della gazzosa al bar: dimesso il 14enne segratese

Il ragazzo è stato ricoverato una settimana al Buzzi dopo l'incidente

È stato dimesso il 14enne segratese ricoverato dopo aver ingerito una sostanza acida contenuta nella bottiglia di gazzosa che aveva ordinato in un in un bar di Milano. Lunedì 3 giugno finalmente, dopo una settimana passata in ospedale, è potuto rientrare nella sua casa a Milano 2. «È ancora molto debole – racconta il papà, Marco Tosini, al Giornale di Segrate – ma sta meglio. Negli scorsi giorni ha ripreso a mangiare e questo è un buon segnale , anche se per ora solo cose liquide. Attendiamo ora di fare la gastroscopia – spiega – per capire quali danni residui la sostanza ingerita abbia lasciato nello stomaco». Tutto è successo per una banale gazzosa, che però conteneva altro. 

COSA È SUCCESSO IN QUEL BAR

Lunedì 27 maggio il ragazzo si trova con il papà, i fratelli e degli amici in un bar del centro di Milano, zona Porta Venezia, dove ordina la bibita: una gazzosa in bottiglia di vetro, con etichetta e tappo a vite. Subito si verifica il primo fatto strano: la bottiglia non si apre, nonostante gli sforzi del padre e del barista. «Ho avuto il dubbio che fosse scaduta – spiega Tosini – e ho controllato, ma era tutto regolare». Una volta aperta con fatica, il ragazzo ne beve così un sorso. «Ma immediatamente – racconta il padre – è corso al bagno dove ha vomitato e ha iniziato a lamentarsi per fortissimi bruciori». A quel punto anche il papà la prova, senza però ingerirla. «Era disgustosa – ci racconta – l’ho sputata subito», ma ugualmente si procura ustioni sulla lingua e all’interno delle guance. Subito viene chiamato il 118 e il ragazzo è trasportato d’urgenza all’ospedale Fatebenefratelli dove gli vengono riscontrate lesioni all’esofago e allo stomaco. Viste le sue condizioni i sanitari decidono di  trasferirlo al Buzzi dove viene ricoverato in terapia semi-intensiva. Per i primi giorni il ragazzo non può né bere né mangiare, viene trattato con il cortisone, quando la situazione si stabilizza iniziano a somministrargli liquidi e semi-liquidi che, per fortuna, riesce a ingerire e metabolizzare. Nel bar sono intervenuti subito dopo l’accaduto i carabinieri di Milano che hanno cercato di ricostruire i fatti e hanno sequestrato la bottiglietta che si trova ancora nei laboratori del Ris di Parma per essere analizzata. Da una prima analisi effettuata in ospedale il liquido contenuto ha rivelato avere comunque un tasso di acidità elevatissimo. «È allucinante che possa succedere una cosa del genere», commenta il padre, che ha immediatamente sporto denuncia per l’accaduto. 

LE IPOTESI SULLA BOTTIGLIA

Ma cosa può essere successo in quel bar? L’ipotesi più accreditata al momento per spiegare questa sconcertante vicenda – in attesa degli esiti delle indagini dei carabinieri – è che qualcuno abbia per sbaglio messo nella bottiglia qualche prodotto chimico, magari destinato alla pulizia di attrezzature del locale. Un errore che poteva essere fatale, una vicenda che ha scioccato Segrate e tutta Italia.

DAL CORRIERE A BARBARA D’URSO

La notizia, data in anteprima dal Giornale di Segrate martedì 28 maggio, è stata ripresa da tutti i media nazionali, dal Corriere della Sera, al Tg5, fino agli studi di Barbara D’Urso dove Marco Tosini è stato in collegamento sabato pomeriggio. «Non cerco certamente visibilità o spettacolo sulla vicenda – ci confida Marco – ma ci tengo a raccontare quanto è successo a noi per mettere in guardia tutti. Purtroppo non è il primo caso del genere – ci spiega – e quindi occorre stare attenti, non oso immaginare cosa sarebbe successo se lo avesse bevuto mio figlio minore o un bambino più piccolo…».

I MESSAGGI DI SOLIDARIETÀ

Marco Tosini è persona molto nota in città, in particolare a Milano 2 dove gestisce lo storico panificio alla Residenza Botteghe. «Ho avuto tantissimi messaggi di solidarietà – ci racconta –  e anche di aiuto da medici, persino da avvocati». In questi giorni il ragazzo riprenderà piano piano la sua vita di sempre, forse riuscirà anche a tornare a scuola per un saluto ai compagni prima delle vacanze estive che gli serviranno per riprendersi e cercare di “mandare giù” questa brutta vicenda.

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