L’ex sindaco Adriano Alessandrini è stato assolto dall’accusa di peculato con formula piena “perché il fatto non sussiste”. Questa la sentenza della Corte d’appello di Milano che mercoledì 12 febbraio ha ribaltato la condanna di primo grado a due anni del gennaio 2019.
L’ex sindaco era accusato di presunte spese indebite con la carta di credito del Comune tra il 2010 e il 2015: pranzi, cene e acquisti per un totale di 6mila euro. Cancellato anche il risarcimento che era stato riconosciuto all’amministrazione comunale di Segrate, costituitasi parte civile nel procedimento. Per effetto della sentenza Alessandrini, che con la condanna in primo grado era stato interdetto per 5 anni dai pubblici uffici, torna ora candidabile.
ALESSANDRINI: CANDIDARMI ALLE COMUNALI? CI PENSERÒ
«Sono strafelice, è la dimostrazione di quanti soldi sono stati buttati per un accanimento vergognoso, ad personam – il commento di Alessandrini – finisce così una brutta vicenda, anche se sapevo che non c’era mai stata alcuna malversazione e ho sempre sentito la vicinanza e il sostegno di tanti segratesi, ben prima di questa sentenza. Candidarmi alle elezioni comunali di Segrate? Ci penserò, certo mi viene voglia di farlo…». Confermata invece la condanna della Corte dei conti, ridotta però del 50% per un risarcimento di circa 8mila euro, per difetti nelle procedure di autorizzazione di alcune spese. «Ma è stato riconosciuto dai giudici che neanche un euro è stato usato per fini personali», precisa l’ex sindaco.
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