Cultura, diritti, ascolto: D come Donna rilancia

Nel segno della continuità, ma guardando al futuro. La sintesi è questa, forse didascalica ma quantomai vera. D come Donna cambia rotta ma lo fa spostandola di qualche grado appena, senza svolte brusche, restando ciò che è stata per 30 anni, punto di riferimento per l’associazionismo segratese.

ENZA ORLANDO LASCIA IL TIMONE A OTTAVIA ZERBI

Enza Orlando saluta con il sorriso, lascia la presidenza a Ottavia Zerbi che ha vissuto il suo… battesimo con un convegno sulla parità salariale tra generi tenutosi presso il Centro civico di Milano 2. Qualcosa di più di un esordio, quasi una dichiarazione d’intenti che accomuna passato e presente. «La questione dei diritti delle donne è centrale – spiega la nuova guida dell’associazione – anche riflettendo su quanto siano cambiate le carte in tavola negli ultimi anni. Ma non bisogna abbassare la guardia, non bisogna dare nulla per scontato e rilanciare sempre». Un fronte che anche l’ex presidente Orlando aveva posto come linea guida, come cambio di passo. Il tutto senza derogare al resto, a quello che D Come Donna ha portato avanti in questi trent’anni.

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«La scelta di Ottavia è stata ponderata – spiega – lei si è occupata in maniera encomiabile del nostro Telefono Ascolto, presidio per le donne in difficoltà. Lascio la carica a una persona che ormai era protagonista del nostro sforzo sul territorio, certamente la più adatta a portare avanti il lavoro». Ottavia Zerbi, segratese da sei anni buoni e risorsa di D come Donna dal 2006, è una psicologa con uno studio in città e un altro a Milano. Lei conferma la volontà di seguire le orme della precedente gestione («quella di Enza è un’eredità difficile, ma un onore che vivo con entusiasmo») e individua il percorso, dolce, verso il futuro.

TELEFONO ASCOLTO E INIZIATIVE CULTURALI

«Telefono Ascolto resta prioritario – dice – con il supporto a coloro che avranno bisogno e con l’idea di una condivisione strutturale di esperienze e vita, ampliandola anche a generazioni di donne che non necessariamente siano fuori dal mondo del lavoro per questioni anagrafiche o di scelte di vita. Vogliamo che D come Donna sia un riferimento anche per coloro che si sforzano di conciliare la propria professione e il loro ruolo di donne e madri». Anche sul fronte delle iniziative culturali, che continueranno ad essere cruciali. «Ho ricevuto tanti attestati di stima e messaggi che mi hanno fatto commuovere – rivela Enza Orlando – tra questi quello di Roberto Spoldi, che insieme a Luigi, il mio compagno di vita mancato qualche anno fa, è stato fondamentale nel mio percorso come presidente di D come Donna. Forse anche questo mi ha suggerito un passo indietro, oltre al fatto che trent’anni sono tanti e la fatica si è fatta sentire». Un passaggio di testimone vissuto con la massima serenità, tanto che Orlando fa ancora parte del direttivo. Un nuovo capitolo da scrivere senza cambiare stile, solo con qualche… neologismo che ampli la platea, raccontando la storia e guardando al futuro.

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