In città 50 rilevatori di biossido di azoto testano l’aria

Pietro Aurecchia, presidente di GAS Segrate, mostra uno dei rilevatori piazzati sulle strade di Segrate

Sono una cinquantina, disseminati per la città secondo uno schema preciso per ottenere un dato il più possibile dettagliato sulla qualità dell’aria.

A piazzare i rilevatori passivi di biossido di azoto, che si presentano come piccole provette vuote assicurate ai vari supporti tramite una fascetta di plastica, sono stati soprattutto i soci del Gas Segrate, il Gruppo di acquisto solidale, e FIAB, SegrateCiclabile con in testa il presidente Stefano Lodi e la sua vice, anima e memoria storica dell’associazione Isabella Previatti. «È un progetto lanciato dall’associazione Cittadini per l’aria (che sta portando avanti lo stesso tipo di test a Milano, Roma e Napoli, ndr) al quale abbiamo aderito con convinzione – spiega Pietro Aurecchia, presidente del Gas – soprattutto partendo dalla considerazione che il numero delle centraline pubbliche è troppo esiguo». Si è scelto di concentrare l’attenzione sul biossido di azoto in quanto indicatore molto significativo anche della presenza degli altri inquinanti.

I rilevatori sono in condizione di assorbire il gas per un mese, al termine del quale verranno recapitati a Cittadini per l’aria  che li consegnerà a un laboratorio inglese selezionato dal Politecnico per procedere all’analisi.

Il Gas e Fiab SegrateCiclabile, della quale lo stesso Lodi è presidente, sono stati i protagonisti assoluti dell’iniziativa, che ha coinvolto anche privati cittadini e altre realtà del territorio come il Comitato Parchi Segrate. «È pazzesco che una famiglia per questo modello di mobilità ci rimetta in salute – sostiene Aurecchia, che ricorda come ogni anno sono decine di migliaia le persone che muoiono per patologie respiratorie – e debba sopportare un costo di circa 700 euro al mese per mantenere e utilizzare un’automobile. Il tutto mentre abbiamo esempi virtuosi, pensiamo ai Paesi del Nord Europa, dove gli spostamenti sotto i sette chilometri sono interamente assicurati dalla ciclabilità. Occorre fare scelte infrastrutturali che vadano in questa direzione, prendendo spunto da chi lo sta già facendo, come la sindaca di Parigi che, sfidando le critiche del suo stesso partito, ha promosso stanziamenti importanti in questo senso. Segrate sta lavorando bene, ma per riscrivere il modello di mobilità bisogna operare in una dimensione metropolitana».

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