Laura Aldini: “Lavoro, famiglia, sviluppo sostenibile: ci vuole competenza”

La candidata di Forza Italia, PartecipAzione e Cambiamo con Alessandrini alle elezioni per il nuovo sindaco di Segrate

«Negli ultimi cinque anni il sindaco Micheli ha passato la maggior parte del tempo gettando discredito sulla vecchia amministrazione comunale in modo infondato e irragionevole. Non è stata fatto niente di costruttivo, nessun apporto è stato dato alla crescita della città. Credo che Segrate abbia bisogno di competenze, di efficienza, e di tornare a guardare avanti». Laura Aldini, avvocato, già direttore generale di via 1° Maggio, è la candidata sindaco alle elezioni del 20 e 21 settembre sostenuta da Forza Italia, PartecipAzione e Cambiamo con il sostegno dell’ex sindaco Adriano Alessandrini (qui la sua biografia e il programma completo). E parte proprio da lì, da quel “round” infinito tra l’attuale amministrazione e la precedente, per raccontare il suo progetto.

Quali saranno i primi dossier sul suo tavolo se diventasse sindaco?

«Mi lasci fare una premessa. Ho vissuto tredici anni all’interno del Comune e mi sono occupata di ogni aspetto dell’amministrazione pubblica. Ecco, io credo che in un momento così delicato, sia per l’emergenza Covid sia per le grandi criticità della città, dal bilancio alla gestione del territorio fino alle grandi opere, la competenza sia un requisito indispensabile per governare. Detto questo penso che la famiglia, le fasce deboli e il lavoro, la vera grande incognita in questa delicata fase, siano le priorità assolute da affrontare».

Per farlo, però, servono le risorse. Qual è la vostra ricetta per i conti comunali e il predissesto?

«Il predissesto è stato cavalcato da questa giunta, a mio parere senza un fondamento fattuale. In questo momento, senza poter accedere alle carte, è difficile parlare di “ricetta”. Ma è nostro preciso impegno cercare il modo di uscirne il prima possibile in modo da ripristinare il livello eccellente di servizi del passato e diminuire le imposte oggi altissime. Mi lasci dire anche che la scelta di destinare milioni di euro entrati dagli oneri di Westfield all’estinzione di parte dei mutui del Comune, decisa da Micheli, è stata un’operazione totalmente priva di senso, che non porta alcuna ricchezza al territorio». 

Un grande tema degli ultimi anni è stato l’urbanistica. Qual è il vostro programma?

«Anche qui è importante ricordare come il Pgt del 2012, approvato dalla precedente amministrazione, sia stato demonizzato dall’attuale. È falso che quel documento urbanistico sia stato annullato in toto: i giudici avevano evidenziato carenze in alcune parti relative al cosiddetto golfo agricolo, una piccola porzione di un territorio comunale esteso quasi 20 km quadrati, che si sarebbero potute colmare. È evidente come ora sia necessario un approccio pragmatico: il Comune è dissanguato da cause e richieste di risarcimento per le scelte dell’attuale amministrazione, bisogna sedersi al tavolo con i privati e ottenere il meglio per la città. Pensiamo al modello Centroparco che oggi tutti riconoscono come “cuore verde” della città: bisogna sapere negoziare per sbloccare i troppi nodi che generano contenziosi milionari e tengono ferme opere importanti, tra cui la realizzazione di case comunali già previste per aumentare gli alloggi per le famiglie in difficoltà».

Intermodale: avete detto che vi opporrete al progetto. Non siete in ritardo?

«C’è ancora un ricorso pendente avanzato dai residenti di San Felice. Ci risulta inoltre che non sia avvenuta ancora alcuna trasformazione nell’area. L’attuale amministrazione ha reso possibile quest’opera con la variante al Pgt e con una delibera di fine 2017 ma è stata una scelta assurda: non siamo contro all’intermodalità ma il luogo è sbagliato, la Rivoltana non è stata riqualificata e non può sopportare quel livello di traffico. È importante governare le grandi opere sovracomunali, tra cui Westfield, ma girando poi tra i quartieri ci si accorge che anche nel “piccolo” ci sia molto da fare: la situazione di trascuratezza è sotto gli occhi di tutti, e parlo sia di servizi alla persona sia di manutenzione di strade e verde. La città è cresciuta durante gli anni del centrodestra con un progetto di qualità coerente con la visione del territorio. Se manca la cura quella bellezza si trasforma in degrado». 

A distanza di cinque anni, il suo nome non ha trovato di nuovo l’accordo nel centrodestra. Che cosa è successo?

«Non guardo indietro, anche se resta il rammarico per non essere riuscita a unire il centrodestra. Ho messo a disposizione la mia competenza alle forze politiche che hanno creduto in me e attendo il 22 di settembre». 

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