Dieci anni di scrittura raccolti, ordinati e rieditati durante il lockdown. È in uscita in questi giorni “Anatomia di un amore, il mio diario poetico” (Mario Vallone Editore) libro d’esordio del segratese Mattia Borsotti, scrittore e collaboratore del Giornale di Segrate. Una carrellata di poesie che raccontano sentimenti, emozioni e luoghi molto diversi tra loro, dal forte sapore autobiografico ma non solo.
«La poesia è ciò che serve quando il linguaggio convenzionale diventa troppo stretto – spiega Borsotti – i temi più presenti sono l’amore nelle sue declinazioni, dall’innamoramento alla delusione amorosa, ma anche una terra cui sono molto legato, la Calabria». Un vero e proprio percorso, che traccia anche la maturazione personale e poetica dell’autore. «Da piccolo volevo fare il poeta o il portiere dell’Inter – sorride – alla fine ho studiato Ingegneria e la carriera calcistica non è decollata … ma non ho mai abbandonato la scrittura. Il mio stile? Semplice, non scrivo di “bossi ligustri e acanti” come diceva Montale dei poeti laureati, l’aver ascoltato molto hip hop in passato penso inoltre abbia avuto un riflesso sul mio orecchio per rime e versi. Ci sono anche poesie in dialetto calabrese con traduzione».
Come è nata la raccolta? «Ricordo a memoria ogni poesia che ho scritto e durante il lockdown ho deciso di riordinarle anche sulla carta – dice l’autore – le ho spedite ai miei contatti più stretti tra cui Mario Vallone, e da lì è nato il volume».
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