Immaginate una tesi di laurea discussa a distanza, come tutte al momento, ma con uno sfondo… istituzionale come l’aula consiliare di via Primo Maggio. Certamente più “scenografico” rispetto al muro del salotto di casa, poco ma sicuro. A questo aggiungete la possibilità di avere un pubblico che vada oltre le cinque persone che il Dpcm consente possano essere presenti… a domicilio. Di più. Pensate a un maxischermo e a una connessione stabile, decisamente preferibili a scenari purtroppo consueti in questo tempo di lockdown, tra pc portatili che non vanno oltre un numero limitato di pollici e le preghiere perché internet regga per tutta la durata dell’ultimo atto della propria carriera universitaria, con l’incubo che il presidente della commissione diventi di colpo un freeze, magari pure sgranato. Ecco, la mozione presentata dal leghista Marco Carandina e condivisa dal Carroccio, da Fratelli d’Italia e da Cambiamo va in questa direzione.
«Ci è venuto in mente che Segrate è dotata di spazi già attrezzati per ospitare i laureandi – spiega il leghista Carandina (nella foto) – dall’aula consiliare appunto ai vari centri civici, passando per Cascina Ovi. Parlando con altri esponenti della Lega abbiamo scoperto che a San Giuliano è già realtà: perché non proporlo anche qui? Anche perché sono tornato sui banchi per un master e mi sono reso conto che molti ragazzi hanno problemi con la propria rete domestica e non solo. C’è poi il fatto che, in assoluta sicurezza vista l’ampiezza degli spazi pubblici dei quali parliamo, potrebbero assistere alla discussione della tesi un numero maggiore di parenti e amici».
Un’idea che non fa una piega, per la quale l’esborso è esiguo; una buona idea, insomma. Dalla maggioranza qualcuno sottolinea la necessità di verificare la gestione degli “invitati”, in virtù della situazione attuale che impone di evitare assembramenti anche all’esterno. Un tema che si potrà affrontare nella discussione in aula. La stessa che potrebbe diventare un’appendice degli atenei. La sessione di laurea è in corso, facendo in fretta si potrebbero aprire le porte almeno a qualcuno dei futuri dottori. La successiva è a febbraio, la speranza è che non serva più ma il futuro al momento è un’incognita assoluta
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