Spostare la farmacia, pesano dubbi e “l’incognita” Poste

L'edificio postale di Milano2 dove potrebbe spostarsi la farmacia

Spostare la farmacia di Milano2 all’interno dell’edificio che ospita l’attuale ufficio postale è, per ora, un progetto tutto da scrivere.

L’argomento, di cui si parla da anni, è tornato alla ribalta pochi giorni fa, dopo la nomina del nuovo amministratore unico di Segrate Servizi (la società che gestisce le farmacie comunali), quando il sindaco lo ha inserito tra i progetti in programma: “Realizzare una nuova farmacia comunale a Milano 2 in locali più idonei e accoglienti – ha annunciato Micheli – è un obiettivo che vogliamo raggiungere nel corso dei prossimi anni”. Una dichiarazione che ha agitato gli animi a Milano2, soprattutto tra i commercianti, preoccupati che uno spostamento della farmacia dalla Residenza Ponti possa far diminuire il “passaggio” e quindi metta a repentaglio la sopravvivenza di negozi e bar, già stremati dalla crisi, dal trasloco di Mediaset e in ultimo dall’emergenza Covid. Anche tra i residenti  c’è chi ha espresso perplessità, soprattutto la paura che uno spostamento della farmacia significhi un addio al quartiere dell’ufficio postale.

«Non è assolutamente nei nostri piani far andare via le Poste – dice l’Assessore ai Lavori Pubblici Damiano Dalerba, che sta seguendo la questione sotto gli aspetti progettuali – Anzi, non abbiamo intenzione di fare nulla che possa comportare questa conseguenza. Il nostro obiettivo è quello di fare in modo che Poste e Farmacia possano convivere sotto lo stesso tetto, sarebbe un vantaggio per tutti». Da una parte la farmacia potrebbe godere di più visibilità (anche dal vicino ospedale) e di uno spazio più ampio per offrire maggiori servizi; dall’altra le Poste potrebbero ridimensionarsi in linea con l’evoluzione della loro funzione. Infine i residenti potrebbero trovare in un unico stabile, che verrebbe completamente rinnovato, due servizi importanti e rimodernati. Sembrerebbe una situazione “win-win”, in cui cioè vincono tutti, e invece… tutto è bloccato. «Al momento la situazione è di stallo –  spiega Dalerba – perché manca una risposta da Poste Italiane. Sono due anni che il Comune chiede di avviare il dialogo, ma non non abbiamo riscontri». Insomma, nonostante ci siano già progetti, disegni e preventivi per la  ristrutturazione dello stabile, Poste Italiane non pare volere sedersi al tavolo. Perché? C’è chi dice che non sia nei progetti dell’azienda di restare a Milano2, ufficio considerato poco redditizio, magari aspettando una mossa del “padrone di casa”.

«Sappiamo quanto sia importante per i residenti questo servizio – sgombra il campo l’assessore – certamente non sarà l’amministrazione comunale a mandare via le Poste». E allora ecco che la situazione si arena, impantanata in una mancanza di comunicazione e, forse, anche di un po’ di coraggio. «La preoccupazione dell’amministrazione – commenta Eduardo Leto di Priolo, ex amministratore di Segrate Servizi e grande sostenitore del progetto – è che le Poste prendano la palla al balzo per andarsene, ma io credo che sia comunque un progetto da perseguire con forza, perché darebbe un importante centro di servizi ai residenti e perché porterebbe un aumento importante di fatturato, che si tradurrebbe in risorse nelle casse comunali ad esempio per i servizi sociali».

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