La storia segreta del Covid: il libro inchiesta di Fabrizio Gatti fa il pieno di lettori alla Commenda

La presentazione del libro "L'infinito errore" sotto i portici di Cascina Commenda

La pandemia è un “cigno nero”, ovvero uno di quegli eventi possibili ma improbabili che hanno in sé il potenziale per stravolgere il nostro modo di vivere. Periodicamente uno di questi cigni neri si realizza cambiando radicalmente le convinzioni delle persone.

Fabrizio Gatti ha scritto un libro inchiesta “sulla cresta degli eventi” immergendosi nel flusso delle notizie, delle ipotesi e degli errori di questo anno e mezzo. Ha raccontato in media res l’attuale pandemia, un evento improbabile, ma ampiamente previsto da medici, storici e studiosi in genere e che risulta “certo” se assumiamo uno scenario di “lungo periodo”. Giovedì 17 in Cascina Commenda nell’ambito della rassegna “Futura, sguardi sul mondo che verrà” di fronte a un pubblico ritrovato il giornalista ha presentato “L’infinito errore” uscito per i caratteri de “La nave di Teseo”, dove con un approccio investigativo “tradizionale” contaminato dalle tecniche digitali ha ricostruito le fasi che hanno portato un’epidemia localizzata a diventare una vera e propria pandemia che per ora ha fatto ufficialmente 4milioni di morti in tutto il Mondo.

L’autore – che ha svolto un lavoro di indagine di tipo “poliziesco” studiando date, documenti e dichiarazioni, incontri, reti di relazioni – è già famoso per alcune sue inchieste uscite sul settimanale l’Espresso che lo hanno visto attraversare il Sahara spacciandosi per un migrante e farsi assoldare dai caporali per lavorare nei campi di pomodori in Puglia. Quali sono state le scelte, le omissioni, le reticenze, gli errori che hanno creato il substrato perfetto per il dilagare del virus? Questi sono gli interrogativi ai quali il giornalista con il suo libro tenta di dare una risposta chiara.

L’imperialismo cinese esce paradossalmente rafforzato dalla pandemia di cui i cittadini cinesi sono stati le prime vittime. La “Nuova via della seta” la “Silk-road” che Xi Jinping ha disegnato sulle sue mappe sarà presto realtà e l’Italia è la testa di ponte di questa operazione che inevitabilmente getta ombre sulla reale libertà decisionale dei nostri politici. «La prima fase italiana della gestione del coronavirus – parliamo di gennaio-febbraio 2020, secondo governo Conte – per timore di ritorsioni economiche è fatta tutta di omissioni e scelte volte a non disturbare i piani del governo cinese… come ad esempio è stato per il ritardo sulla chiusura dei voli in ingresso a Malpensa provenienti direttamente da Wuhan», ha spiegato l’autore.

«Il prezzo da pagare per lo sviluppo interno ed esterno della Cina e dei suoi alleati – continua Gatti – sono la libertà di espressione, quella di aggregazione, le libertà sindacali e le libertà politiche dei cittadini». Tutti elementi che al pari dell’ossigeno si fanno rimpiangere ben presto appena iniziano a mancare.

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