Rifiuti, la protesta di un negoziante: il cestino è “fai da te”

Il recipiente installato dal negoziante per "sostituire" quello rimosso dal Comune

Il titolare della tabaccheria Milano Games di via Gramsci, Riccardo Pelliccia, ha installato un suo recipiente dopo la rimozione di quello “istituzionale”: «Dove non arriva il Comune, deve arrivare il cittadino…»

Un cestino di plastica, due fascette e un sacco per la spazzatura. Tanto è bastato a Riccardo Pelliccia, titolare della tabaccheria Milano Games di via Gramsci per mettere in scena la “protesta del cestino” che da qualche giorno spopola sui social. Tutto nasce dalla… scomparsa del recipiente “istituzionale”, rimosso da Amsa nell’ambito del piano complessivo varato dal Comune per la riorganizzazione e la sostituzione dei cestini stradali in tutta la città.

Il tabaccaio Riccardo Pelliccia

Da quando il paletto di sostegno davanti al suo negozio è rimasto tristemente vuoto, Pelliccia si è ritrovato a dover ripulire costantemente, ogni mattina, il portico del suo ingresso e l’area adiacente, diventata una discarica abusiva di rifiuti organici canini e cartacce. Non avendo certezze rispetto alla tempistica della sostituzione del vecchio cestino con quelli “smart” che dovrebbero razionalizzare la raccolta, il commerciante di via Gramsci ha risolto da solo. «Dove non arriva l’amministrazione, interviene il cittadino – sospira Pelliccia – Certo è che in un mondo in cui si usi la logica, dietro alla squadra che rimuove i cestini dovrebbe esserci quella che monta i nuovi. Ma tant’è…».

Sui social, nei vari gruppi cittadini, si rincorrono post sull’argomento. L’ultimo in ordine di tempo riguarda il Villaggio, con una residente che lamenta la lentezza nell’opera di sostituzione dei contenitori per i rifiuti e parla di “ansia” nell’attesa che finalmente si provveda. «In realtà in molti mi hanno scritto, sia in privato che commentando i post che riguardano la mia iniziativa, dandomi ragione e ipotizzando di muoversi nello stesso modo. Li invito a farlo, tanto la spesa è irrisoria, l’unica cosa è che bisogna occuparsi dello smaltimento del “proprio” sacchetto durante i giorni di raccolta dell’immondizia. Ma se fossimo in tanti a farlo, manderemmo un segnale forte e magari spingeremmo l’amministrazione a sveltire la pratica». Una provocazione che ha colto nel segno, insomma, un modo ironico e intelligente di sollevare un problema che è di tanti. 

  

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