Idroscalo, Cda ancora in sella, il centrodestra “stoppa” Sala. Lega: Micheli batta un colpo

Destino segnato? «È una sconfitta per Segrate, che è tagliata fuori», dice Federico Figini, membro in quota Segrate dell’ente di governo del “mare dei milanesi” nato nel 2019

Beppe Sala ha fatto marcia indietro, almeno per ora. La delibera che prevedeva lo scioglimento del Cda dell’Istituzione Idroscalo e il rientro del Mare di Milano tra le competenze esclusive di Città metropolitana dovrà passare in Commissione, per una discussione nel merito. La slavina di 250 emendamenti presentati dall’opposizione mercoledì 31 marzo ha… congelato la svolta impostata dal sindaco metropolitano, anche se la linea sembra dettata. Nel suo intervento in aula a Palazzo Isimbardi durante il Consiglio metropolitano, Sala ha garantito che non ci sarà una prospettiva di gestione appaltata a terzi e che l’Idroscalo resterà totalmente pubblico, senza il rischio che si possa verificare uno scenario che preveda un biglietto di ingresso. «Nella delibera, però, questo non era specificato – sottolinea il consigliere leghista Samuele Piscina – e questo sarà un punto dirimente. Ma c’è anche un problema di controllo, legato a conti che non tornano rispetto a numerose iniziative e alla gestione dei parcheggi, come più volte evidenziato dallo stesso cda che ora Sala vuole smantellare».

Se il dietrofront del sindaco di Milano sia un’apertura vera e propria o solo un modo di disinnescare gli emendamenti del Centrodestra è ancora tutto da definire, di sicuro il blitz non è andato a buon fine. Sullo sfondo, anche se in realtà sembrerebbe la vera ribalta malcelata, c’è comunque uno scontro istituzionale, con Milano e la Regione un’altra volta sulle barricate. La questione dell’autonomia finanziaria, sollevata in sede di valutazione dell’operato del nuovo soggetto, reduci come siamo da due anni di pandemia lascia quantomeno perplessi.

LO SFOGO DI FEDERICO FIGINI

Giusto alla vigilia della discussione in Consiglio metropolitano, il membro segratese del cda di Istituzione Idroscalo, Federico Figini, sembrava sostanzialmente rassegnato. Il suo sfogo, oltre a un’analisi politica delle diatribe che avrebbero minato il percorso dell’ente gestore creato nel 2019, contiene una valutazione sul ruolo della nostra città, di nuovo derubricata a mera comparsa nonostante il territorio dell’Idroscalo ricada per gran parte nel nostro Comune. «È un fallimento anche per Segrate – scriveva su Facebook – che ancora una volta si trova in una posizione di subalternità rispetto a Milano e viene tagliata fuori dal governo e dalla gestione di importanti realtà presenti sul proprio territorio». La mossa di Sala prevedeva che Palazzo Isimbardi tornasse “sovrano” a partire dal 31 maggio, ma lo stop alla delibera in aula rimanda di fatto la decisione definitiva. Resta da capire appunto se sia solo un rinvio, come dicevamo, e non un ripensamento. 

IL CASO ARRIVA IN CONSIGLIO COMUNALE. LEGA: MICHELI TROPPO PASSIVO, COME PER LE MULTE DI LINATE

Il caso arriverà nei prossimi giorni anche in Consiglio comunale a Segrate, sul cui territorio ricadono i tre quarti del parco Idroscalo. La mozione è solo da protocollare, con la Lega in prima fila. L’impegno chiesto a Micheli è quello di “battersi nelle opportune sedi per salvare l’Istituzione Idroscalo” e di “richiedere al sindaco metropolitano che l’eventuale nuovo organismo mantenga una rappresentanza del Comune di Segrate”. «Ci auguriamo che il Mare di Milano non venga privatizzato, come la gestione della delibera, fatta piovere in aula a Palazzo Isimbardi quasi all’improvviso, potrebbe far pensare – spiega il capogruppo del Carroccio, Marco Carandina – E vogliamo che il sindaco Micheli sia meno passivo sulle partite che riguardano il nostro territorio, come invece è capitato per la questione delle multe a Linate. L’Idroscalo è anche un’opportunità per le associazioni segratesi che va tutelata».

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