Insulti ai disabili, i Ragazzi di Robin “cancellano” l’odio: «Qui ci sarà un altro murales»

I giovani dell'associazione impegnati il 16 novembre nella rimozione delle ignobili scritte apparse su un muro in zona Cassanese

Ripulite le ingiurie e le scritte volgari e minacciose che erano apparse su un muro in zona Cassanese, l’associazione rilancia il proprio messaggio di inclusione e impegno civico

“Siamo stati feriti, ci ha fatto parecchio male. Ma oggi siamo già al lavoro per cancellare tutto”. Dopo il bruttissimo episodio degli insulti e delle scritte volgari e minacciose apparse nottetempo su un muro nella zona tra Cassanese e cava, i Ragazzi di Robin hanno reagito. E lo hanno fatto a modo loro. Mercoledì 16 novembre, a poche ore dalla scioccante scoperta dello sfregio che ha deturpato un murales realizzato a inizio settembre, la presidente Melania Bergamaschi e i giovani dell’associazione hanno ripulito la superficie cancellando ingiurie, disegni osceni e svastiche che avevano rovinato il messaggio di pace disegnato dai ragazzi.

Un nuovo progetto artistico

A documentare il tutto c’era Angelica Massera di Striscia la Notizia, scesa in campo per raccontare l’accaduto ma anche il messaggio di solidarietà e inclusione lanciato dai Ragazzi di Robin, raggiunti nei giorni scorsi da un’ondata di affetto e apprezzamento da parte della città dove da anni l’associazione è attiva con progetti ambientali e di cittadinanza attiva. Con loro anche il sindaco Paolo Micheli e il coordinatore della protezione civile Nunzio Brognoli, che hanno collaborato alla pulizia del muro, e l’artista Gregorio Mancino (già protagonista di un “restauro” al Centroparco) che sarà coinvolto per la realizzazione di un nuovo murales insieme con i Ragazzi di Robin.

«No alla caccia al mostro, vogliamo capire i motivi di questo gesto»

Nel frattempo, continuano le verifiche e gli accertamenti investigativi da parte della polizia locale e dei carabinieri di Segrate per risalire all’autore delle terribili e violente scritte apparse nei giorni scorsi. L’invito della presidente dei Ragazzi di Robin è però di evitare una “caccia al mostro” e la gogna mediatica. “Quello che è accaduto è sicuramente molto grave e il responsabile dovrà assumersene le responsabilità come è giusto, ma vogliamo capire i motivi dietro questo gesto e il disagio evidente provato da questa persona  – spiega – le nostre porte sono aperte e siamo disponibili a incontrarlo per spiegargli chi siamo e che cosa facciamo, senza clamori. Oggi si parla dei Ragazzi di Robin per questo brutto fatto di cronaca, l’auspicio è che il tema della disabilità venga discusso tutti i giorni, anche grazie al lavoro che la nostra associazione e tante altre svolgono per promuovere la conoscenza e l’inclusione».

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