Al Laboratorio INFN un maxi finanziamento grazie a un progetto di rilevanza mondiale: il centro di ricerca di Milano2 svilupperà tecnologie avanzate per diagnostica e transizione verde. E si apre al territorio e ai “fisici del futuro”
Una nuova infrastruttura di ricerca di livello mondiale, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie di avanguardia nell’ambito della superconduttività con applicazioni rivoluzionarie in particolare nell’ambito della medicina e della transizione energetica. Ha il suo “cuore” a Segrate il progetto IRIS, che lo scorso novembre ha ottenuto un maxi finanziamento di 60 milioni di euro dal PNRR e che vede al timone il LASA (Laboratorio Acceleratori e Superconduttività Applicata), polo di eccellenza scientifica sul territorio dal 1984 il cui edificio è di proprietà dell’Università degli Studi di Milano e che viene gestito principalmente dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).
A Milano2 un nuovo laboratorio di ricerca avanzata
Una delle prime tappe del progetto, che si comporrà di una rete diffusa in tutta Italia tra le sedi dell’INFN e dei soggetti partner, sarà infatti a Milano2. Proprio al LASA, in un’area attigua al corpo principale, sarà realizzato il nuovo edificio che ospiterà i laboratori per la realizzazione di modelli e prototipi per la ricerca in fisica di magneti superconduttori. «Un investimento da 4 milioni di euro – spiega Dario Giove, coordinatore del LASA, ricercatore INFN e docente di Fisica all’Università di Milano – che si accompagna a un altro importante progetto, finanziato dall’INFN, che ha visto l’allestimento di un laboratorio di interesse mondiale per la generazione di fasci laser e prevede la costruzione di un bunker da circa 600 mq al di sotto del nuovo edificio, per un investimento di 2 milioni, per ospitare nuovi acceleratori di particelle. Questi, utilizzabili sia per la ricerca di base che per applicazioni nella diagnostica medica, sono un punto centrale del LASA che ne è parte attiva nella progettazione (progetti BrixSinO e Muon Collider del CERN)».
Nuove tecnologie per la medicina e la transizione ecologica
Un ambizioso piano di rilancio che vede così il LASA di nuovo protagonista nella comunità scientifica internazionale. Proprio nel laboratorio segratese – ideato dal fisico Francesco Resmini, scomparso prematuramente nel 1984, cui è stata dedicata la struttura – fu costruito il primo ciclotrone superconduttore europeo e sono stati progettati e testati componenti fondamentali del famoso LHC del CERN, il più grande acceleratore di particelle del mondo. «L’attività storica del LASA riguarda i magneti superconduttori e le cavità acceleranti superconduttive, tecnologie le cui applicazioni sono molteplici anche nella vita quotidiana – spiega Dario Giove, che ha aperto le porte del centro d’eccellenza al Giornale di Segrate – penso ad esempio all’utilizzo di strumenti nati anche grazie alle nostre ricerche per la diagnostica e le terapie dei tumori, o all’importante tema della sostenibilità e della transizione ecologica. A queste si affiancano gli studi sui radioisotopi per medicina nucleare e recentemente si è aggiunto un laboratorio avanzato del Dipartimento di Scienze della Terra. L’obiettivo di IRIS è di sviluppare tecnologie superconduttive ad alta temperatura e ad alto campo magnetico: per fare un esempio comprensibile a tutti di un possibile sviluppo in ambito civile posso citare una nuova tecnologia di cavi di connessione per il trasporto di energia elettrica con una consistente riduzione delle perdite di energia, ma anche la possibilità di produrre strumenti per la terapia tumorale sempre più piccoli ed economicamente vantaggiosi proprio sfruttando la superconduttività».
A Segrate 15 assunzioni e sempre più studenti e dottorandi
Cuore del LASA è la grande sala sperimentale nella pancia della struttura, circondata da una fitta rete di laboratori e uffici. All’interno, macchinari e prototipi “incastrati” in un labirinto di tubi: un cantiere in costante movimento dove brulicano tecnici e scienziati. «Abbiamo uno staff di 40 fisici e sempre di più accogliamo studenti e laureandi – sottolinea Giove – grazie a IRIS sono già partiti i bandi per l’assunzione di 200 specialisti, 15 dei quali diretti proprio qui a Segrate: è un tassello di quel “rientro dei cervelli” di cui si parla molto e che con questo progetto mettiamo in pratica attivando anche importanti sinergie con il territorio». Un’apertura che va in particolare nella direzione dei giovani. «Sì – conferma Giove – già da tempo organizziamo visite per i licei ma vogliamo fare di più, accogliere anche i più piccoli per avvicinarli alla fisica partendo proprio da Segrate. Sto lavorando a un “festival della fisica” dedicato a loro, che vorrei lanciare nel 2023».
«La ricerca è sempre un investimento, non una spesa»
«Per fare ricerca servono strumenti, come ci ha insegnato Galileo, noi sviluppiamo strumenti per la fisica fondamentale ma è naturale portare poi questa conoscenza a beni più immediati come la salute e la transizione ecologica – spiega Lucio Rossi, fisico di fama mondiale rientrato nel 2020 al LASA dopo anni al CERN e oggi responsabile di IRIS – la ricerca è un investimento, non una spesa e questo progetto, con cui l’Italia assume una posizione di primo piano nel mondo nel campo della fisica applicata, è un bell’esempio del Paese che si muove insieme e della sinergia tra gli enti. Purtroppo, la legislazione attuale pone molte difficoltà nell’effettuare nei tempi dovuti questi investimenti, ma l’Italia ha investito molte risorse del PNRR, più degli altri Paesi. Un aspetto importante è inoltre il valore formativo di IRIS, che garantirà decine di proposte di formazione per dottorandi, ricercatori e tecnici».
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