Via Monzese, i commercianti bocciano i dissuasori: “Noi penalizzati”

L'ingresso di via Monzese, a Rovagnasco, da via Manzoni

I paletti installati per “proteggere” i pedoni sul lato ovest della via non convincono gli esercenti: «È mancato il confronto»

“Maggior sicurezza per i pedoni e la risoluzione del problema della sosta selvaggia”. Ma i commercianti di via Monzese bocciano gli 80 paletti installati per impedire il parcheggio delle auto ed è già previsto un incontro con l’opposizione la prossima settimana e la richiesta al sindaco di un confronto. «Non siamo stati coinvolti, questa soluzione ci penalizza e non risolve il problema, dato che la sosta irregolare continua creando anche più disagi di prima al traffico», spiega Ubaldo Adamo, titolare con la moglie della tabaccheria all’angolo con via Manzoni.

Un punto caldo della viabilità cittadina e un vero e proprio “rompicapo” tra esigenze di traffico automobilistico, esercenti e pedoni. Proprio a favore di questi ultimi, la scorsa settimana sono stati posati i dissuasori sul lato ovest della strada (quello per intenderci lungo la Cascina Sirtori), sotto gli occhi del sindaco. “Ora la centralissima e storica via di Rovagnasco è una zona 30 e ha un lato sicuro dove poterla percorrere a piedi e una viabilità più fluida e meno caotica, adesso sta alla civiltà delle persone mantenerla integra”, aveva detto Micheli. «Ma è una situazione che svantaggia i commercianti – la replica di Adamo, condivisa da altre attività di vicinato come ad esempio la panetteria – la nostra clientela si ferma per pochi istanti, il tempo di comprare le sigarette, di una ricarica o di pagare una bolletta, se non hanno modo di fermarsi rischiamo di perderli». Sta di fatto che prima parcheggiavano in divieto di sosta… «Sì, ma ora la situazione è peggiorata dato che il parcheggio selvaggio continua e, con uno spazio ulteriormente ridotto, la viabilità nelle ore di punta è ancora più caotica. Prima c’era una valvola di sfogo in via Manzoni ma anche lì i parcheggi sono stati impediti con l’arrivo di una fermata del bus».

Che fare dunque? «Ci rendiamo conto che non sia semplice, ma ci saremmo aspettati almeno un dialogo, invece sono arrivati gli operai e hanno messo i paletti senza che noi ne sapessimo nulla – spiega il commerciante – Idee? Si potrebbe pensare subito a un disco orario di 15 minuti per i parcheggi durante l’orario diurno, e anche ad aumentare gli stalli di carico-scarico per i negozi per evitare che i furgoni intasino la via. O anche una revisione del percorso del bus e la sistemazione del marciapiedi sul lato dei negozi… quello che chiediamo è più attenzione alle attività, la nostra ad esempio esiste da 100 anni e non vorremmo spostarci». 

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Federico Viganò
Laureato in comunicazione alla Statale di Milano e giornalista dal 2007, ho scritto e fatto “cucina redazionale” per periodici locali e nazionali. Sono appassionato di informazione locale, editing, grafica e ciclismo su strada, anche se vado più veloce sulla tastiera che sui pedali. Ho ideato e dirigo il Giornale di Segrate.

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