I Comuni aeroportuali fanno ricorso dopo la sconfitta al Tar sulle tasse d’imbarco aeroportuali
Secondo round al Consiglio di stato per il recupero delle tasse d’imbarco sui biglietti aerei rivendicate dai Comuni aeroportuali. C’è anche Segrate nel braccio di ferro legale tra Ancai – l’associazione delle città che “ospitano” le aerostazioni – e il Ministero dei Trasporti, che da anni trattiene la quasi totalità dell’addizionale pagata dai passeggeri su ogni ticket e che dovrebbe restare in parte sul territorio.
La causa intentata dai Comuni nel lontano 2016 ha avuto un suo primo epilogo lo scorso giugno, con il pronunciamento del Tar che ha dato ragione al dicastero. Secondo i giudici, infatti, il governo avrebbe la facoltà di scegliere come destinare gli incassi, che in gran parte finiscono nelle casse dell’Inps destinati alle crisi aziendali nel settore del trasporto aereo.
Una sentenza contro cui i Comuni aeroportuali hanno deciso di presentare ricorso al secondo grado della giustizia amministrativa. Segrate sarà della partita, ha confermato l’assessore alla Mobilità Giulia Vezzoni che la scorsa settimana ha partecipato a Roma alla riunione di Ancai. In particolare, il Comune di Segrate rivendica circa 1 milione di euro non versati nel decennio 2005-2015 aumentati delle quote maturate da quel periodo in avanti. Al momento sui 6,50 euro di addizionale comunale versata da ogni passeggero in partenza dagli scali italiani ai Comuni vanno circa 7 centesimi. Con il ripristino richiesto la quota arriverebbe a 21 centesimi a passeggero, circa il triplo di quando finisce oggi nelle casse degli enti locali.
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