Il sogno di Frank e Jaki la maratona di New York: «Ce la faremo, noi due ci aiutiamo a vicenda»

Francesco e Jacopo durante uno dei loro allenamenti

I Ragazzi di Robin e l’associazione Silvia Tremolada hanno lanciato una raccolta fondi

Francesco e Jacopo, un sodalizio nato senza sforzo, spontaneo e immediato. Passo dopo passo, in una corsa a due che è diventata un sogno, anzi un progetto, un obiettivo. Traiettorie che si copiano, uno davanti e l’altro subito a ridosso, verso la Grande Mela, il suo fascino, la maratona per eccellenza. Francesco e Jacopo, ma non solo. Perché a coltivare il loro sogno ci sono anche l’Associazione Silvia Tremolada da un lato e i Ragazzi di Robin dall’altro, anche loro vicini da un po’, spesso insieme sulle strade della vita.

Da sinistra Francesco Salerno e Jacopo Munegato

Quando a Francesco Salerno è venuta l’idea di correre a New York, Jacopo Munegato era già lì accanto. «Ho scelto lui come compagno d’avventura perché mi può aiutare a crescere, nella corsa e non soltanto – spiega Francesco – la voglia di metterci alla prova a New York è tantissima, come la fiducia di riuscirci».

I due ragazzi autistici vogliono correre a NY: «Ce la faremo, noi due ci aiutiamo a vicenda». Servono 15mila euro

Francesco parla, racconta la passione per la corsa, nata nel 2018 seguendo la madre Elisabetta che aveva iniziato a frequentare il gruppo “Solo un passo dopo l’altro”. L’idea era quella di camminare, ma Francesco cambiò presto passo, il suo si fece svelto. E allora la corsa, i chilometri in serie, quei 21 corsi in meno di due ore. E infine l’incontro con Jacopo, lui così silenzioso al cospetto di quel ragazzo tanto alto quanto loquace.

«Il loro rapporto è nato forse anche per questo, perché sono così diversi – dice Elisabetta Bestetti – si sono scelti e ora entrambi fanno il loro per raggiungere l’obiettivo di correre la maratona di New York: Jacopo dipinge quadri che vanno all’asta per raccogliere fondi, Francesco coinvolge chiunque incontri chiedendo una mano, senza risparmiarsi». Servono circa 15mila euro per realizzare quel sogno. Già, perché i conti si fanno in fretta: per viaggio, soggiorno e pettorale (solo questo si aggira sui 600-700 euro) servono dai 2.500 ai 3.000 euro a persona, ammesso che si faccia parte di un gruppo di una decina di persone, altrimenti la soglia sale. Non solo. «Francesco e Jacopo sono ragazzi autistici e non possono affrontare questa sfida da soli – spiega Melania Bergamaschi, presidente dei Ragazzi di Robin e mamma di Jacopo –  quindi hanno bisogno di uno staff di almeno quattro persone tra accompagnatori ed educatori».

Per mettere insieme la cifra necessaria, oltre alle iniziative organizzate dalle due associazioni, si è mobilitato anche Riccardo Calarco, coordinatore della squadra di atletica della Silvia Tremolada. Ha aperto una raccolta fondi sulla piattaforma gofundme che ha superato i 3mila euro, che sommati alle altre entrate, e in particolare alle donazioni sull’Iban dedicato, portano le risorse già incamerate a oltre 8mila euro. «Mi auguro che questi ragazzi vengano sostenuti, perché questa è un’iniziativa che parte da loro – spiega Calarco – e ci può insegnare tante cose, perché a volte ci dicono di volare basso ma in questo caso serve volare alto per arrivare oltreoceano. Non facciamone solo una questione di disabilità, però. Mi hanno detto che siano stati pochissimi i ragazzi con ritardo mentale o autismo a correre la maratona di New York, ma mi piacerebbe che se ne facesse una vera e pura questione sportiva, a livello nazionale». È un’impresa, una sfida che vogliono vincere, un limite da superare. Un altro. E in questo sono esperti, hanno a che fare con muri più spessi di quello del cronometro o dei chilometri.

Francesco e Jacopo, distanti un paio di passi, costanti nell’incedere, legati da un filo invisibile ma saldo.  Francesco e Jacopo con la testa a New York, rapiti davanti alle rispettive televisioni dalle immagini dell’edizione 2023 di quella maratona. Loro già in viaggio, con i Robin e la Tremolada a spingerli, appoggiarli, sostenerli. «Stiamo organizzando tante iniziative per raccogliere fondi – rivela Bergamaschi – non ultima un’asta di quadri di Jacopo a Peschiera Borromeo, presso il ristorante “I Vitelloni”, con il quale abbiamo tanti progetti in corso. Ma anche sul territorio di Monza abbiamo un calendario fitto di eventi finalizzati a questo. Speriamo che anche Segrate si mobiliti». Il viaggio è lungo, ma è già cominciato.

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