Francesca Chiara Casellati, fondatrice della Skel Music School di Segrate, racconta la sua esperienza al Festival: si esibì tra le “Nuove proposte” nel 1999 con il brano “Ti amo, che strano”
«E come potrei dimenticarlo? Ricordo ogni minuto di quelle sere sul palco di Sanremo». Risponde con entusiasmo alle nostre domande Francesca Chiara Casellati, classe 1972, fondatrice della Skel Music School di Segrate e una lunga esperienza di cantante su palchi anche molto prestigiosi. Una carriera che l’ha portata, appunto, anche su quello dell’Ariston al Festival della canzone italiana. Era il 1999 e Francesca Chiara – questo il suo nome d’arte – presentava il brano “Ti amo, che strano” scritta con il collega e compagno Tank Palamara.
Cosa ti ha colpito di più dell’esperienza a Sanremo ?
«Il fatto di vivere per una settimana come dentro un frullatore, in cui tutto gira a 100 all’ora. Una settimana di follia, stressantissima, in cui ogni giorno devi rispondere a decine di interviste, fare foto, sorridere e la sera, stanca morta, risultare brillante alle mega cene con i discografici… Un mondo in cui devi essere molto performante e che sinceramente ho presto capito non faceva per me… ».
Ma l’emozione di salire su quel palco sarà stata unica…
«Sì, grandissima, anche se io sono stata un po’ sfortunata. Sono stata la prima in assoluto a esibirmi quell’anno: la prima della prima serata. Un’ansia pazzesca. E poi la seconda volta in cui mi sono esibita ero l’ultima, quindi poca visibilità…».
Dopo Sanremo come è proseguita la tua carriera?
«Ho capito che il mondo pop italiano non era il mio ambiente e ho iniziato a esplorare il mondo musicale europeo. Ho fatto diversi tour in Germania e altri Paesi, prima da solista poi con la band The LoveCrave nata nel 2003 che unisce rock, gothic, metal».
Dall’Europa a… Segrate. Quando hai deciso di “mettere radici” qui?
«Ho sempre avuto il desiderio di poter mettere a frutto la mia esperienza e l’idea di una scuola di musica è venuta naturalmente. Nel 2013 insieme a mio marito e musicista Tank Palamara abbiamo aperto Skel Music School al Villaggo Amrosiano con l’idea di creare un “mondo a parte”, un luogo in cui fare e imparare musica divertendosi. Il nostro obiettivo è quello di mantenere un ambiente leggero, dove ci sia certo professionalità, ma non pesantezza. Insomma senza prendersi troppo sul serio…».
Cosa consiglieresti oggi ai giovani che hanno il sogno di diventare musicisti?
«Di studiare e di costruire un proprio progetto musicale. Non sono una fan degli “interpreti”, cioè di chi esegue, anche in modo eccelso, un brano scritto da altri. Un musicista per me è colui che ci mette tutto se stesso. Studiare, ascoltare, emozionarsi fino a trovare il proprio suono. è un percorso lungo e difficile, ma è così se si vuole davvero creare qualcosa di nuovo».
Sta per iniziare la settimana sanremese, guarderai il Festival?
«Guarderò sicuramente la finale e la commenterò in diretta sul mio profilo Facebook, chattando con chi vorrà seguirmi, una cosa che faccio ormai da anni».
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