“Ho subito una rapina, mi servono soldi”: anziani nel mirino dei truffatori

Parte dei messaggi whatsapp scambiati dal truffatore con la vittima

Il tentativo di raggiro ai danni di un pensionato segratese via whatsapp.

Chiunque abbia un cellulare è ormai a rischio truffa. I truffatori sono sempre più abili ed hanno anche predisposto dei veri e propri manuali per convincere con la loro parlantina gli ignari malcapitati a dargli dei soldi. Questa volta parliamo di un caso reale e recente, capitato proprio ai genitori del sottoscritto, per fortuna a lieto fine. Ma partiamo dall’inizio. 

Il meccanismo del raggiro

Una mattina della scorsa settimana mio padre, 85 anni, mi invia su Whatsapp un messaggio che gli è arrivato da un numero sconosciuto, chiedendomi se  lo avessi inviato io. Il messaggio recitava: “Papà  ho perso il telefono, questo è un numero temporaneo, puoi salvarlo e scrivermi su Whatsapp?”. Ho risposto a mio padre che non ero io e di non fare nulla fino al mio arrivo. Ho deciso  di assecondare il truffatore per capire meglio quale fosse la sua strategia e se avessi potuto, in qualche  modo, riuscire ad assicurarlo alla giustizia. L’ho contattato come richiesto nella chat, fingendomi mio padre. Il truffatore mi ha subito chiesto di recarmi nella più vicina tabaccheria per fare un pagamento urgente di 990 euro a delle persone. Una volta confermato di essere in tabaccheria – in realtà ero ancora a casa di mio padre – mi viene indicato uno strumento di trasferimento di denaro telematico che si chiama Mooney e mi viene detto di caricare il denaro su un conto corrispodendente a un determinato codice fiscale che ho poi scoperto essere intestato ad un ragazzo nato nel 2000 in Veneto e oggi trasferito nelle Marche. A quel punto ho comunicato al truffatore che la tabaccheria era chiusa per lutto e che avrei effettuato il pagamento il giorno successivo. Con i dati in mio possesso, il numero di telefono da cui hanno contattato mio padre,  il conto e il codice fiscale forniti ho avvisato quindi la polizia postale la quale ha potuto rintracciare la persona cui facevano riferimenti quei dati. Non posso sapere se fosse  lui il truffatore (è possibile che avesse subito un furto di identità) ma di certo vi erano tutti gli strumenti per poter individuare i responsabili.

 I segnali di allarme

Questo  tipo di truffa è costruito su un presupposto emotivo, quello di mettere in agitazione le persone anziane toccando i loro affetti più cari, i figli. Spesso i messaggi che vengono inviati dai truffatori hanno un tono perentorio di emergenza per mandare in tilt le vittime ed impedire loro di riflettere. Si vuole portare la persona anziana, con una serie di messaggi serrati, a pensare che il proprio famigliare è in grave difficoltà ed è quindi necessario agire subito. Quando si prova questa emozione bisogna avere la prudenza di fermarsi e riflettere, ricordandosi che è un segnale tipico di questo genere di truffe. Avevo messo in guardia tante volte i miei genitori e raccomandato loro che se avessero mai ricevuto un messaggio di questo tipo avrebbero dovuto mettersi in contatto con me nei soliti modi che utilizzano. Un’accortezza che hanno messo in atto, scoprendo subito  che si trattava di  una truffa.

Truffe informatiche in aumento a Segrate

I dati della Prefettura ci dicono  che le truffe informatiche sono gli unici reati in costante aumento nel nostro Comune (oltre 250 l’anno). Si tratta quindi  di uno primi rischi cui porre attenzione.

Be the first to comment on "“Ho subito una rapina, mi servono soldi”: anziani nel mirino dei truffatori"

Rispondi