Mercatopoli Segrate, vent’anni per i pionieri del riuso: «L’usato va di moda»

Il titolare di Mercatopoli Segrate, Fabio Marandola

Il grande magazzino di Mercatopoli Segrate è aperto a Tregarezzo dal 2004. «In catalogo oltre 15mila oggetti, i più richiesti? Retrogaming e abbigliamento», dice il titolare Fabio Marandola

L’usato va di moda. E la seconda vita degli oggetti non passa solo dalle piattaforme online ma anche e soprattutto dai negozi fisici, dove si può guardare, toccare con mano, provare. Parola di Fabio Marandola, titolare di Mercatopoli Segrate. A fine aprile il grande magazzino, a Tregarezzo dal 2004, ha festeggiato con i clienti i vent’anni di attività. Un traguardo importante e un orizzonte più che sufficiente a percorrere la storia di un mercato, quello dell’usato appunto, che ha subito negli anni grandi trasformazioni.

«Siamo tra i pionieri di questo settore, il quarto negozio aperto in Italia sotto l’insegna di Mercatopoli Segrate – racconta Marandola, segratese doc cresciuto a Redecesio dove ancora risiede – lo aprì mia mamma Grazia, appassionata di vintage che già partecipava ai classici mercatini domenicali, nel 2015 ho preso in mano io la gestione». Un’attività cresciuta negli anni a dispetto della concorrenza dell’e-commerce. «Le difficoltà maggiori furono all’inizio, perché in Italia il “second hand” era poco sviluppato rispetto ad altri paesi europei – spiega l’imprenditore – l’approccio all’usato nel tempo è cambiato, oggi il riuso va sempre più di moda e ho una clientela trasversale». Non solo chi è a caccia di qualche occasione con un occhio al portafoglio, insomma… «No, ci sono collezionisti e appassionati di ogni età e, diciamo, reddito… ho anche clienti molto facoltosi che cercano magari un fuori produzione – sorride Fabio – del resto le occasioni sono tante e come dicevo l’usato non è certo più un tabù come lo era vent’anni fa».

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Proprio mentre parliamo, una coppia agée esce dal magazzino con un servizio di posate di un certo valore. «Una volta mi capitò di vendere un multiplo di Pablo Picasso, certo non è un tipo di articolo che arriva tutti i giorni ma come dicevo le opportunità sono tante per chi è curioso, il catalogo è in continuo aggiornamento». E c’è davvero da sbizzarrirsi: basti pensare che al momento della nostra visita, gli articoli in inventario erano 15.125, gestiti con codici a barre per tracciarli in ogni momento. 

Ma come funziona Mercatopoli? «I venditori ci affidano i loro oggetti in conto vendita, si stabilisce un prezzo e in qualunque momento l’utente può verificare la situazione registrandosi sul nostro sito – spiega Marandola – passati 60-90 giorni, se il prodotto è invenduto può essere ritirato oppure, se non reclamato, lo doniamo ad associazioni benefiche». Quali sono i criteri per selezionare gli articoli? «Quella è la parte più difficile – sorride il titolare di Mercatopoli – gli oggetti hanno spesso un valore affettivo, ma la valutazione va fatta secondo il mercato attuale. Dalla fine della pandemia abbiamo deciso di incontrare i venditori solo tramite appuntamento, gli dedichiamo il tempo necessario per valutare i prodotti».

Lo spazio del negozio di Tregarezzo dedicato all’abbigliamento “second hand”

Quali sono gli oggetti più cercati? «Trattiamo un po’ tutto a parte auto, moto e grandi arredi, in questo momento retrogaming e abbigliamento vanno per la maggiore, a vestiti, borse e scarpe abbiamo dedicato un’area del negozio sempre più vasta, con una selezione di qualità e anche di griffe. C’è poi una stagionalità, ad esempio ora trattiamo molto condizionatori e anche biciclette». E la concorrenza dei portali online? «In realtà ha portato a uno sviluppo complessivo del settore – dice Marandola – durante il Covid abbiamo migliorato la nostra presenza su Internet, vendiamo anche a distanza, ma le nostre energie sono dedicate soprattutto al canale tradizionale».

Al tema del riuso è legato quello della sostenibilità, c’è anche questa componente nel rilancio del settore dell’usato? «Sì, c’è una maggiore sensibilità – secondo il titolare del negozio di Tregarezzo – c’è pure da dire che si acquista molto, penso all’abbigliamento ma non solo, e si perde interesse presto per ciò che si compra… in questo senso dargli una seconda occasione è anche un modo per combattere lo spreco». 

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