I vertici dei Carabinieri lombardi hanno fatto visita al centenario, vice brigadiere in congedo.
Il 2 giugno 1944 fu catturato dai nazisti assieme ad altri carabinieri e caricato su un vagone merci con destinazione Eger, a pochi chilometri di distanza da Auschwitz e Birkenau. Rimase nelle mani dei tedeschi fino all’aprile 1945 e rientrò faticosamente in Italia dove poté indossare di nuovo la divisa dell’Arma.
È solo un capitolo della lunga vita di Remigio Marangoni, vice brigadiere in congedo che lo scorso 16 settembre ha compiuto 100 anni. Per celebrare il traguardo, i vertici dei carabinieri lombardi hanno fatto visita a Marangoni a Milano2, dove oggi vive.
Nella delegazione il comandante provinciale, generale di brigata Pierluigi Solazzo, il tenente colonnello Agostino Scala, comandante del gruppo carabinieri di Milano, il maggiore Paolo Zupi, comandante della compagnia di San Donato Milanese e il maresciallo della stazione di Segrate Andrea Reverdito, che aveva preso contatti con Marangoni ricostruendone la storia militare. Con loro anche una rappresentanza dell’Associazione nazionale carabinieri di Segrate e Desenzano del Garda, dove lavorò per molti anni Marangoni.
A pochi giorni dalla Liberazione, il vice brigadiere era riuscito a fuggire dalla Germania passando dalla Romania all’Ungheria, fino alla Slovacchia da dove riuscì a raggiungere Tarvisio. Fu poi rimpatriato in Italia, dove con altri carabinieri venne impegnato a gestire l’ordine pubblico. “Il vice Brigadiere Marangoni ha vissuto un momento della storia che ha voluto far conoscere ai giovani studenti, anche accompagnandoli in quei luoghi”, hanno sottolineato i rappresentanti dell’Arma.
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