Casa, la prima emergenza: i dati della Caritas segratese

I locali del Centro d’ascolto Caritas Segrate si trovano nell’ex sagrestia della Parrocchia Santo Stefano

Il Centro di Ascolto di Segrate scatta la fotografia delle nuove povertà tra stipendi inadeguati e lavoro precario:«Ci chiedono aiuto anche per la scuola e le spese sanitarie»

Vite appese, che arrancano dietro a costi che crescono esponenzialmente, ad affitti che aumentano senza sosta, a una precarietà diffusa. La fotografia generale l’ha scattata il “Rapporto sulle povertà nella Diocesi ambrosiana”: uno scenario più complesso rispetto all’anno precedente, emergenze nuove che vanno a sommarsi alle “storiche”, una questione lavorativa che non è più limitata ai disoccupati. Un quadro che racconta un’evoluzione in qualche modo atipica della problematica e per questo chiama a un cambio di registro anche nella sua gestione. E Segrate di fatto copia le traiettorie diocesane, come ci ha confermato Mariella Lucchetti, coordinatrice del Centro di ascolto di Caritas aperto nel 2019 presso la Parrocchia di Santo Stefano in via Roma e referente Caritas decanale. «Finora abbiamo aiutato circa 450 famiglie – spiega – con una platea variegata e delle problematiche che si stanno moltiplicando».

In che senso? Qual è l’evoluzione dei bisogni in città?

«L’emergenza più impellente è quella abitativa. Il 2024 ha visto un aumento  di richieste d’aiuto in tal senso, perché gli affitti sono esorbitanti e anche il canone concordato non è alla portata di tutti. Ci sono intere famiglie che vivono nelle stanze in locazione e c’è la necessità di politiche abitative che prevedano risposte immediate alle necessità di chi non può permettersi neppure questa soluzione che comunque richiede esborsi ormai superiori ai 500-600 euro al mese. è una conseguenza di un tema più ampio, quello del lavoro. Si sono moltiplicati gli utenti che non sono disoccupati ma hanno contratti a termine e temono di restare senza occupazione, al netto di stipendi che non risultano adeguati all’aumento del costo della vita».

Ci sono altre peculiarità segratesi rispetto alla domanda di aiuto?

«In realtà il numero delle famiglie alle quali garantiamo un supporto non è aumentato rispetto al 2023: sono una settantina le nuove adesioni, in linea con l’anno precedente. Sono le tipologie di  sostegni richiesti e di conseguenza la capienza economica degli stessi ad essere aumentati. Non solo affitti e bollette. Ci sono le spese mediche, dagli oculisti ai fisioterapisti, passando per i dentisti, alle quali proviamo a dare risposta anche grazie a convenzioni con gli specialisti del territorio; ma anche quelle scolastiche, con l’idea che portiamo avanti di “riciclare” i libri, chiedendo a chi li utilizza di curarli a dovere per poi riconsegnarceli in vista di bisogni futuri».

La platea che si rivolge a Caritas come è composta?

«Il 60% circa sono immigrati. Crescono quelli senza permesso di soggiorno, anche in virtù di casi particolari come il Perù. Nell’ultimo anno sono arrivate tante persone da quel Paese (l’incremento su tutta la Diocesi è di quasi il 55% rispetto all’anno precedente, ndr)  e i loro racconti testimoniano una situazione particolarmente grave che solo da maggio è riconosciuta tale dalle fonti istituzionali, con precedenti difficoltà nell’ottenere l’asilo».

Altre novità rispetto agli anni precedenti?

«Tante mamme sole, anche loro sono in aumento. Comunque il tema è che se l’anno scorso abbiamo erogato aiuti per 25-30mila euro, vedendo le tipologie di richieste di questi mesi la cifra per il 2024 è destinata a salire».

Il tutto al netto di ciò che garantite da anni ormai, come il pacco viveri mensile.

«Certo. Anche quest’anno ci attesteremo sui 170-180 pacchi al mese, distribuiti dalle quattro parrocchie cittadine che se ne occupano: Santo Stefano, Redecesio, Sant’Ambrogio, San Felice. Qui in via Roma a ricevere le domande di aiuto ci sono 18 volontari e le risorse che riusciamo ad erogare arrivano dalle parrocchie stesse e dalle donazioni dei privati».

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