Eleonora D’Errico ha ricostruito la vita della stilista Rosa Genoni. «Contribuì alla emancipazione femminile, l’abito per lei aveva un valore politico»
“La moda non è solo orpelli e crinoline, è molto di più, è una cosa seria. La moda serve a manifestare i propri ideali”. Parola di Rosa Genoni, una donna forse poco conosciuta, ma che ha rivoluzionato la moda e inventato il Made in Italy alla fine del 1800. A raccontare chi era e quanto la sua figura sia stata importante per la storia italiana e, soprattutto, per l’emancipazione femminile ci ha pensato Eleonora D’Errico, giornalista e scrittrice. Il suo ultimo libro, “La donna che odiava i corsetti” (Rizzoli) che sarà presentato giovedì 6 febbraio alle 18.30 in Biblioteca, restituisce il ritratto di una grande sarta e di una grande personalità riassunta dal titolo: “La donna che odiava i corsetti”.
«Proprio dalla sua lotta al corsetto parte la sua visione del mondo e della donna – spiega la scrittrice – eliminare un accessorio che costringeva il corpo, impediva di muoversi agevolmente e provocava anche danni fisici, significava liberare la donna. La moda aveva per lei un significato politico, di liberazione e emancipazione femminile». Il suo abito-manifesto è il Tanagra: un morbido peplo che segue le forme del corpo senza costringere, così lontano dai vestiti rigidi e strutturati dell’epoca. «Un capo rivoluzionario, anticonformista eppure classico – spiega D’Errico – un abito destrutturato che introduce un nuovo concetto di eleganza».

La stilista Rosa Genoni (1867-1954)
Non solo: Rosa Genoni immagina anche un modo innovativo di produrre, con una attenzione particolare per le condizioni di lavoro delle donne impegnate nel settore tessile e con una sensibilità speciale verso il bello. E porta avanti l’idea di una moda ispirata all’arte italiana realizzata con maestranze italiane: il primo Made in Italy. «È incredibile che non le venga riconosciuto il suo valore, la sua importanza – commenta la scrittrice – ha rivoluzionato il concetto di moda».
Ma oggi si può ancora parlare di moda rivoluzionaria? «Assolutamente sì – risponde l’autrice – attraverso gli abiti possono passare messaggi molto importanti a livello sociale. Basti pensare alle tematiche di genere o al concetto di sostenibilità che sono temi presenti in molte nuove collezioni. L’abito racconta il mondo che si vuole costruire in modo immediato, interpretabile da tutti, senza bisogno di spiegazioni». La moda, lo diceva Rosa Genoni, è una cosa seria.
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