Golfo agricolo, mille firme perché sia bosco «Presidio anti-smog»

Il Golfo agricolo di Segrate, nella porzione tra Milano2 e Rovagnasco, in una foto aerea

Le ha raccolte con una petizione online un residente di Milano2. Per ora però nessun contatto con il Comune.

Le firme in calce, seppure digitali, sono 1.173. Quota mille varcata e non di poco per la petizione lanciata da Cesare Mottola de Nordis, cittadino di Milano2 che per primo ha voluto aprire il dibattito sul futuro del Golfo agricolo, anticipando quel “referendum” promesso dal sindaco Micheli durante i festeggiamenti per l’acquisizione dell’area da parte del Comune, tra un volo di mongolfiera e l’altro. Un contributo che nasce dalla volontà di non sprecare un’opportunità.

Un polmone verde contro l’inquinamento

«Partecipando all’incontro pubblico con il sindaco e l’assessore Di Chio – ricorda il promotore della raccolta firme – ho notato che tanti segratesi erano più preoccupati dell’eventuale aumento dei costi che soddisfatti del riscatto del Golfo. Così ho pensato all’idea di una petizione per proporre il rimboschimento dell’area, per farla diventare un polmone verde che possa rappresentare un presidio contro l’inquinamento atmosferico. Ne ho discusso con amici e ho aperto la sottoscrizione online: in pochi giorni avevo già raccolto 500 firme». Mottola De Nordis insiste sulla necessità che l’amministrazione ma anche i cittadini si assumano la responsabilità di contrastare quella concentrazione di polveri sottili che, seppur i dati certifichino in calo, resta un problema che a Segrate subisce l’incidenza di tante infrastrutture, dall’aeroporto alla viabilità, passando per l’intermodale.

Un futuro agricolo? “Non vedo i vantaggi”

«In quell’incontro e in successivi passaggi – spiega il residente di Milano2, che affaccia sul Golfo agricolo – Micheli ha ribadito la sua preferenza per un futuro agricolo. Mi pare una funzione complicata e soprattutto priva di vantaggi per la collettività. Uno degli obiettivi del PNRR era la piantumazione di 3 milioni e 300mila alberi, ma questo progetto si è scontrato con la mancanza di aree disponibili. Bene, qui abbiamo uno spazio». L’idea è quella di ripristinare i fontanili e rimboschire le zone a ridosso dei canali, bypassando l’altro problema, quello legato ai costi degli impianti di irrigazione. «La piantumazione di un ettaro costa dai 20 ai 30mila euro, non sono cifre iperboliche», insiste Mottola De Nordis. Che ha già chiesto un incontro con Micheli, forte del consenso ottenuto dalla petizione online. «Non ho ancora ricevuto risposta – chiosa – e mi dispiace. Hanno chiesto loro di contribuire al futuro del Golfo, di fronte a mille firme mi sarei aspettato maggiore attenzione. Se poi sarà necessario protocollare le sottoscrizioni, faremo anche questo».

Via Olgetta, giù le sbarre

Intanto il Comune è intervenuto sul Golfo Agricolo chiudendo la strada sterrata che congiunge Milano2 e Rovagnasco. In molti la percorrevano entrando da Rovagnasco per “schivare” il traffico della Cassanese. Un utilizzo illecito che ora via 1° Maggio ha deciso di contrastare posizionando una nuova sbarra da quel lato e chiudendo quella già esistente subito dopo le residenze della cascina di Milano2. I lavori sono imminenti: le sbarre dovrebbero avere serrature elettroniche per consentire il passaggio ai mezzi agricoli e a quelli di servizio per la manutenzione della strada appena risistemata dal Comune per risolvere il problema buche.

 

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Jacopo Casoni
Jacopo Casoni, giornalista professionista, nell’arco della sua carriera si è occupato di tanti temi, dallo sport alla politica, passando per la cronaca e il racconto della città di Milano. Dal 2008 fa parte della redazione di Telenova e dal 2016 collabora anche con testate locali, prima Segrate Oggi e poi il Giornale di Segrate.

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