Tante le segnalazioni dei cittadini per queste strane “formazioni” su molte piante di Segrate.
Takahashia Japonica. è questo il nome scientifico dell’invasore. Gli alberi che denunciano la propria occupazione da parte del parassita sono ormai tantissimi, anche a Segrate. L’ovisacco a forma di anello, la struttura che accoglie migliaia di uova, penzola dai rami ed è diventato il soggetto di decine di scatti di cittadini preoccupati.
«Non c’è alcun pericolo per le persone e neppure per gli animali domestici»,
chiarisce l’assessore Alessandro Pignataro. Discorso diverso per le piante infestate. «Dipende dallo stato di salute dell’albero – afferma l’esponente della giunta – ma può risultare pericoloso, perché l’insetto va a innestarsi nei tessuti giovani».
Il vero problema, però, è che per questa cocciniglia esostica non esiste ancora un protocollo di disinfestazione. «Tutti gli interventi in atto servono a contenerne la diffusione – prosegue Pignataro – a partire dalla rimozione dei rami compromessi. A Segrate lo abbiamo fatto l’anno scorso con i gelsi vicino all’MD, ma il parassita si è ripresentato. Attacca soprattutto i gelsi appunto, i liquidambar accanto alla caserma della polizia locale, gli aceri e i carpini. Affideremo a un agronomo la sperimentazione di un mix di sostanze per endoterapia, ma ho anche chiesto a chi si sta occupando del censimento del patrimonio arboreo di segnalare i casi, sia per intervenire che per monitorare la situazione. L’altro fronte sul quale ci si deve muovere è la lotta biologica, la selezione di un antagonista naturale da inserire in ambiente. Si pensava potesse essere la coccinella, ma pare che preferisca cibarsi di afidi».
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